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Viviamo ancora in società democratiche, oppure stiamo abbandonando i principi e le regole che hanno caratterizzato le vite delle persone nei Paesi occidentali dopo la Seconda guerra mondiale?

La gestione del potere sarà affidata a forme di autoritarismo, controverse e di difficile classificazione, che metteranno in discussione i principi democratici?

Di fronte a molti interrogativi che emergono nelle nostre società, produco qualche riflessione sul concetto di autoritarismo.


 

Sembra la fine di un’epoca e non è ancora stata determinata quella successiva: è lo stato intermedio in cui qualcosa è finito ma non si riesce ad individuare ciò che sarà. Viviamo quell’incertezza che sta condizionando le nostre realtà ormai da alcuni decenni e che si è acuita soprattutto a partire dagli anni duemila. La percezione è la perdita del controllo da parte degli Stati occidentali e degli organismi democratici internazionali che si erano consolidati a partire dalla seconda guerra mondiale.

In questo intermezzo abbastanza lungo, si è affermato con forza quel neoliberismo che ha condotto alle società globali, dove ha prevalso l’economia e la finanza non controllata dagli Stati nazionali che hanno convissuto e condiviso le ragioni di trovare in quei meccanismi la soluzione per poter crescere ed affermarsi. Il modello liberal-democratico è stato accusato delle maggiori nefandezze, ed allora la popolazione ha reagito non tanto per cambiarne le regole quanto piuttosto per sovvertirlo.

Lucio Caracciolo, il 1° settembre su “La Repubblica”, ha sostenuto la possibilità di cambi di regime negli Stati Uniti, una sorta di “congedo dalla democrazia liberale”. Si tratta, a suo parere, di una rivoluzione, quella di Trump che coltiva “l’utopia di americanizzare il mondo a colpi di mercantilismo”, per la crisi di legittimazione del sistema: sfilacciamento delle regole istituzionali e fallimento della globalizzazione.

Molti sottolineano la crisi delle democrazie, con il progressivo svuotamento nella sostanza dei principi che hanno faticato ad affermarsi e a consolidarsi. Emergono oggi forme di gestione del potere, autoritarismi, che cercano di concentrare il dominio in poche mani e restringere le libertà delegittimando un’idea/progetto (democrazia) capace di radicarsi grazie all’azione di individui che hanno lottato per affermare diritti civili e sociali.

Il processo di de-democratizzazione si è realizzato con il passaggio da una democrazia rappresentativa ad una immediata, quella soprattutto dei social: la democrazia dell’audience ha contenuto la partecipazione politica e ha ridotto i cittadini a semplici spettatori.

Non si percepisce che il sistema democratico si sta trasformando, perché ci sono ancora elezioni, esiste un parlamento e la stampa riesce a pubblicare: forse ci accorgeremo che la democrazia è stata sostituita solo quando sarà troppo tardi (Micromega, Sulle macerie della democrazia, 4/2025). Il liberismo ha provocato l’aumento delle disuguaglianze e la riduzione della partecipazione politica, gli esempi sono Orbán e Putin che promettono benefici personali e dignità collettiva.

Non esiste una definizione univoca di autoritarismo, ed allora come possono essere intese le tendenze autoritarie e i meccanismi di concentrazione del potere?

Certamente le guerre di Putin, Netanyahu e le profonde crepe che produce Trump con i suoi proclami, in un sistema americano che è stato per ottant’anni una sorta di custode dell’ordine democratico mondiale, segnano costanti violazioni di ogni diritto e ricorso a forme di violenza per poter realizzare questo cambio di prospettiva.

L’autoritarismo è un termine che deriva da auctoritas (augere, far crescere); mentre il suffisso ismo, è tendenza, sistema, dottrina, atteggiamento. Designa quel potere che intende esercitare una funzione imponendo la propria volontà, attraverso metodi coercitivi ma anche solo con comandi, ordini che comportano obbedienza.

La tesi di partenza è certamente quella forma di un autoritarismo che è sfociato nel totalitarismo nella prima metà del Novecento. Hanna Arendt ha sostenuto che esso non pretende solo la subordinazione politica degli individui ma invade e controlla anche la loro sfera privata. La sua missione è di sostituire la società esistente perseguendo una politica diretta al dominio mondiale, attraverso il terrore e il pensiero ideologico. Il totalitarismo necessita di una massa senza individualità, ma amorfa nei confronti della vita e sfiduciata dal sistema dei partiti (H. Arendt, Le origini del totalitarismo, Einaudi, 2009, or. 1951).

Theodor W. Adorno con i suoi collaboratori realizzò una ricerca verso la fine degli anni quaranta per individuare una teoria della personalità autoritaria, che emerge dall’insicurezza quando, rotti i legami tradizionali con la propria comunità, l’individuo non riesce ad assumere responsabilità personali e delega ad un’autorità la gestione del potere. Furono tracciati i tratti specifici di questa personalità, riconducibili a conformismo, sottomissione agli ordini, aggressività più o meno contenuta e una visione negativa dei rapporti interpersonali (Th. W. Adorno e altri, la personalità autoritaria, voll. 1 e 2, Pgreco Edizioni, 2016, or. 1950).

Un’altra considerazione sull’autoritarismo può essere affidata a Linz che ha compiuto studi sul franchismo, ma per estensione le sue analisi possono riguardare molte altre realtà: sono regimi a pluralismo politico limitato, senza un’ideologia definita, senza l’utilizzo di una mobilitazione politica, esercitando un consenso passivo. I regimi autoritari non vogliono cambiare l’uomo né modernizzare la società, lasciando un certo spazio a una limitata competizione fra le forze economiche. Il loro maggiore successo consiste nel rallentare il ritmo del cambiamento socio-economico cercando di agire lentamente per fare assimilare nella struttura del potere esistente i nuovi gruppi emergenti. Il problema maggiore è nella successione alla leadership; per questo motivo, sostiene lo studioso, i regimi autoritari non hanno dimostrato grandi capacità di durata (J. Linz, An authoritarian regime: Spain, in Mass politics, a cura di E. Allardt e S. Rokkan, New York 1970, pp. 251-283)

La predisposizione all’autoritarismo emergerebbe quando c’è una fase di transizione da una società tradizionale, protetta e rassicurante, a una società di massa, nella quale gli individui sono al tempo stesso sradicati e atomizzati. Si distinguono per una dipendenza quasi patologica da ogni forma di autorità superiore, esercitando a loro volta la tendenza al dominio sui più deboli. In questa fase, possono nascere e diffondersi ideologie autoritarie, che mettono in rilievo i valori tradizionali e si fondano su obbedienza, ordine, sottomissione, rispetto delle gerarchie; si realizza l’idea di accettazione delle diseguaglianze, denuncia esplicita dell’egualitarismo, forme di antisemitismo e razzismo. (W. Kornhauser, The politics of mass society, Glencoe 1959)

Questi assunti permettono di individuare un potere che si concentra nelle mani di pochi, mentre i meccanismi di controllo si indeboliscono. Il rischio è che una democrazia può cambiare forma senza che le persone se ne accorgano: ciò avviene gradualmente, anche perché la democrazia sembra scontata e le persone sono convinte che essa resisterà nel tempo (A. Applebaum, Autocrazie, Mondadori, 2024).

Molti pensano che le regole del gioco sono ormai consolidate e che la libertà di parola, il pluralismo e la separazione dei poteri possano continuare a contenere le tendenze autoritarie. È opinione diffusa e condivisa che la democrazia pur non essendo il miglior sistema possibile è l’unico moralmente accettabile, come sosteneva Winston Churchill.

Partendo da Linz e dai successivi studi, è possibile compiere una classificazione tra “regimi democratici” e regimi “non democratici”. Questi ultimi sono: tirannie e dispotismo; monarchie e assolutismo; dittature, totalitarismi, autocrazie; infine autoritarismi. Le non democrazie sono a pluralismo limitato, senza un’ideologia riconducibile a un partito, senza mobilitazione politica, con un leader che esercita un potere entro limiti non definiti, esercitando una sorta di arbitrio.

Oggi gli autoritarismi non si impongono più con la forza, ma con l’azione continua di leader populisti, interpreti della volontà popolare, che parlano di ordine, efficienza, protezione; promettono di semplificare la democrazia, non di abolirla. In realtà il populismo è una risposta sbagliata ad istanze giuste, che riguardano le instabilità e le disuguaglianze che si verificano nel mondo contemporaneo, in balia della globalizzazione che ha fatto scomparire i modi di vivere e i valori tradizionali: le persone sentono di essere straniere in casa loro e chiedono soprattutto protezione. La stessa può essere esercitata solo con il controllo di qualcuno che decide al nostro posto, ed allora è meglio un governo autoritario guidato da leader forti.

Steven Forti (Vecchi e nuovi autoritarismi, Micromega, 4/2025, pp. 6-16) individua tra i regimi non democratici: il totalitarismo, l’autoritarismo, il sultanismo. Nel primo caso, c’è un partito unico che controlla la società agendo sull’inquadramento delle masse e su una ideologia forte. Ad ogni modo, si tratta di sistemi politici a pluralismo limitato, come accade con gli autoritarismi, che comportano una serie di declinazioni di non facile classificazione. Sembrerebbe che vari Paesi abbiano maturato autoritarismi che si sono sviluppati attraverso differenziate formule: “burocratico-militare”; “corporativo-autoritario”; “regimi ibridi”, che contengono sia i pre-totalitari che quei regimi imperfettamente autoritari. Si tratta di possibilità di transizione da uno all’altro, in quanto i confini sono piuttosto sfumati. Poi ci sono regimi autoritari che si affermano nelle società post-democratiche, ed allora diviene in uso l’espressione: “democrazie illiberali”. Infine il sultanismo comporta che il potere sia esercitato da un leader o da un clan che lo esercita in maniera arbitraria o cleptocratica (gli esempi sono il Nicaragua di Somoza, le Filippine di Marcos, la Romania di Ceausescu). Ancora sono da citare le monarchie islamiche, teocrazie o regimi coranici. Sostiene Forti che un ruolo importante è occupato dai social, sfruttando gli algoritmi delle piattaforme digitali per intercettare paure e rabbia, per seminare odio e disinformazione. L’estrema destra si è fatta sistema, corrodendo le democrazie dall’interno con un linguaggio rassicurante che promette ordine, identità, sicurezza. È il nuovo volto dell’autoritarismo tra potere, tecnologia e propaganda (S. Forti, Estrema destra 2.0. Cos’è e come combatterla, Castelvecchi, 2025).

Tra le forme di autoritarismo, è stato introdotto il termine “oikocrazia” (potere kratos e oikos, famiglia, clan), ovvero organizzazioni di tipo clientelare fondate su clan che antepongono interessi privati su quelli pubblici. È il clan che tramite la famiglia porta le società a specializzare i propri membri nell’uso della forza piuttosto che nell’acquisizione di competenze: assicura il controllo del territorio ma anche la sfera globale. I social media hanno poi favorito la dimensione della non intermediazione permettendo di avere un rapporto diretto con il leader (F. Armao, L’età dell’oikocrazia. Il nuovo totalitarismo globale dei clan, Meltemi, 2000).

Sostiene Forti che il processo di de-democratizzazione dura ormai dalla fine degli anni Novanta del Novecento. La cosa preoccupante è che oggi solo il 30% della popolazione mondiale vive in sistemi democratici, mentre vent’anni fa era il 50%. Questo fatto dimostra che l’instaurazione di regimi autoritari è avvenuta di recente in maniera non del tutto evidente a discapito delle democrazie. In un report dell’Istituto V-Dem, si evidenzia che attualmente i regimi sono: democrazia liberale; democrazia elettorale; autocrazia elettorale; autocrazia chiusa. Le ultime forme autocratiche si differenziano per la mancanza di elezioni, anche se sono carenti anche le libertà di espressione e di associazione. Nei casi di elezioni, le stesse non sono libere e giuste. Tra le autocrazie elettorali, ci sono Russia e Turchia; tra le autocrazie chiuse, Cina, Iran, Afghanistan.

Il concetto di democratura è stato usato per indicare i regimi non democratici, come ad esempio l’Ungheria di Orbán. È un ibrido tra democrazia che in fase di transizione potrebbe sfociare in dittatura: è un regime illiberale che conserva tratti di democrazia. Levitsky e Way hanno poi parlato di regime ad autoritarismo competitivo, con le opposizioni che cercano di prendere il potere, anche se si tratta di un’antidemocrazia perché sbilanciata a favore di chi governa: “l’esecutivo viola almeno uno dei tre attributi cruciali della democrazia”, ovvero libere elezioni, libertà civili, condizioni di parità tra governo e opposizioni.

Zakaria ha coniato il concetto di democrazia illiberale, ovvero regimi che all’apparenza sono democratici ma nella sostanza non rispettano pluralismo, libertà individuali e separazione dei poteri. Orbán di fatto ne sottolinea l’importanza, partendo dalla critica al liberalismo che è incompatibile con la democrazia. Al centro deve esserci una società che si contrappone all’individuo, mutuando le idee di Schmitt e “la critica del conservatorismo liberale e lo stato di diritto”. L’unica democrazia deve essere quella plebiscitaria. Ad ogni modo, democrazia illiberale è un ossimoro; alcuni hanno allora coniato il termine di autoritarismo plebiscitario, perché di fatto lo stesso concetto di democrazia è lasciato a personaggi che non sono democratici (Forti).

Dato tutto ciò, è comunque da rilevare il processo di de-democratizzazione, con l’avvento di oligarchie, “in cui il potere reale si sposta verso conglomerati economici e di dimensioni gigantesche” utilizzando poteri mediatici in grado di legittimarle. Le democrazie hanno perduto la consapevolezza della propria origine, ma anche la loro complessità è stata messa in crisi. È necessario però che gli individui difendano la democrazia, con tutte le sue opacità e contraddizioni (C. Galli, Democrazia, ultimo atto?, Einaudi, 2023).

Di recente, Pedullà e Urbinati (Democrazia afascista, Feltrinelli, 2024) hanno coniato una forma autoritaria di democrazia (definita afascista), che si baserebbe su una anti-social-democrazia, una forma autoritaria elettiva identificata con le decisioni; essa non concepisce il dissenso ed è ipermaggioritaria e clientelare; “intende la democrazia come dominio illimitato di chi ha la maggioranza”; crede che una “classe politica governa attraverso l’esposizione mediatica del leader”. Rifiuta poi il conflitto perché provoca caos e disordine; infine, rileva che “ogni progetto di contestazione e di cambiamento” deve partire dal vertice del sistema. Sarebbe questa la radiografia del governo Meloni.

Anne Applebaum (Autocrazie, Mondadori, 2024) sostiene che oggi non siamo governati da un solo uomo ma da forme di “Autocrazie S.p.A.”, strutture finanziarie cleptocratiche che si affidano a servizi di sicurezza militari, paramilitari e di polizia e su esperti di tecnologia che forniscono sorveglianza, propaganda e disinformazione. Hanno quale nemico il mondo occidentale, il modello democratico, la Nato, l’Unione europea e le idee liberali. Gli autocrati odiano i principi democratici che minacciano il loro potere: giudici indipendenti e giornalisti liberi possono influenzare la loro azione. L’analisi della Applebaum è impietosa: gli autocrati non propongono un mondo migliore, ma il loro obiettivo è di persuadere le persone a stare lontane dalla politica e dalla gestione del potere. Costruiscono consenso mediante la diffusione del risentimento, dell’odio e del desiderio di superiorità.

La conclusione è che gli autoritarismi sorgono dalla democrazia e sono una risposta al neoliberismo autoritario, inteso come “dottrina invisibile”, ma non riescono a trovare soluzioni nel rispetto dei principi e dei diritti. Essi non negano la democrazia ma la svuotano, per mantenere una parvenza di regole (Forti). Ed allora occorre, come sostiene Applebaum, perseguire la strada della partecipazione democratica, in cui gli uni siano legati agli altri per condividere valori, quali libertà e diritti: essi con le loro azioni possono salvare e mettere al sicuro le democrazie, le uniche in grado di permetterci di vivere in una società civile.

 

 

4 Responses to “Autoritarismi”

  1. Sergio Mantile

    Un articolo che coraggiosamente affronta una tematica tanto attuale e “vitale”, quanto terribilmente complessa. L’autore lo fa con scientifica correttezza – qualità che oggi tende a svanire, quasi seguendo il destino delle democrazie – aprendo e mostrando un ventaglio di qualificate osservazioni, soprattutto degli ultimi ottant’anni sulla democrazia, la post democrazia, i regimi autoritari, le dittature. E lascia, giustamente, la discussione aperta. Perchè sarebbe e sarà molto difficile chiuderla nel tempo presente. La geopolitica è attraversata da movimenti tellurici forti e crescenti, i cui esiti saranno sicuramente gravi e impegnativi a livello globale. Ma sono molto difficili da prevedre. Quello che è sotto gli occhi di tutti è che le classi dirigenti europeee non se ne capacitano. Continuano a ragionare come se fossero le civiltà imperiali e coloniali di un atempo. Pretendono ancora di insegnare, di indicae ed intimare ad un mondo, del quale occupa per popolazione circa il 12% dl totale e il 18,3% della sua economia.

    • Pasquale Martucci

      Ringrazio per le osservazioni, specie in riferimento alle complesse modalità di interpretazione di fenomeni attuali che solo un approccio scevro da pregiudizi può affrontare.

  2. Luigi Leuzzi

    La società attuale si caratterizza per un marcato individualismo ed in maniera antinomica per una adesione acefala da parte dei più ad una pulsione securitaria cavalcata a sua volta da un populismo che investe nel narcisismo la cifra enigmatica del qualunquismo. La rete virtuale si sostitusce alla rete solidale; un Io metamorfico a sua volta decreta la fine del noi senso della communitas.l’autoritarismo si attesta dunque come l’unica idolatria possibile in un’agora’ svuotata di luoghi civili ed identitari.La democrazia è un rimando ad un non luogo della piattaforma dei social network dove una comunicazione sensazionistica governa una suggestiva corrispondenza tra individui sempre più diluiti e sfillacciati in una modernità liquida citando Marc Augee’ e Zigmunyt Bauman ,dove un tempo accellerato in uno spazio zero accoglie flussi informativi che vengono gestiti in maniera predatoria da leader narcisisti e distanti in maniera siderale dall’umano .Complimenti per la disamina complessa e ben ragionata.

    • Pasquale Martucci

      Grazie. Occorre analizzare e prestare particolare attenzione a questi fenomeni per comprendere le dinamiche più attuali che riguardano un presente proiettato nel futuro. Lavorerò soprattutto su questo terreno complesso. È la sfida da affrontare.

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Luglio 13th, 2020

Riti e cultura popolare / il grano

La passione del grano e la dimensione di verità di Pasquale Martucci   Un antico rituale, rilevato da Ernesto de […]

Luglio 10th, 2020

Idee / Franco Ferrarotti

La fenomenologia del sacro di Pasquale Martucci   Le ricerche di Franco Ferrarotti, seguendo una metodologia qualitativa con il ricercatore […]

Luglio 1st, 2020

Pagine di storia / Anno 1828

I moti nel Cilento: lo studio di una Rappresentazione Rituale di Pasquale Martucci   In alcuni paesi del Cilento, si ricordano […]

Giugno 25th, 2020

Pagine di Storia – Pisacane

Sapri: la Rievocazione di Pisacane di Pasquale Martucci   Sapri è conosciuta, al di là della splendida collocazione geografica nel […]

Giugno 20th, 2020

Pagine di storia / Torri costiere

Le torri costiere del Cilento   di Pasquale Martucci   Percorrendo la costa cilentana, si possono osservare una serie di […]

Giugno 8th, 2020

Seminario ISCRA: “L’insostenibile peso della felicità e della speranza”

Possibili processi di pensiero di Pasquale Martucci   In occasione del Seminario ISCRA online (6-7 giugno 2020), dal titolo: “L’insostenibile […]

Maggio 31st, 2020

Ricerca&territorio – Mitologia

U curdone ru monaco Aspetti mitologici e cultura popolare cilentana di Pasquale Martucci (il saggio è disponibile integralmente e con […]

Maggio 21st, 2020

LAURINO / SANT’ELENA

Un culto antico e importante di Pasquale Martucci   “La storia di Laurino è strettamente intrecciata a quella della sua santa […]

Maggio 17th, 2020

Epistemologia della complessità – EDGAR MORIN

EDGAR MORIN L’attualità del pensiero del teorico della complessità e la centralità della relazione soggetto-oggetto-ambiente per realizzare l’inizio di un […]

Aprile 29th, 2020

Pagine di storia / I Basiliani

I Basiliani e le comunità cilentane di Pasquale Martucci   A questi monaci, arrivati nel territorio a nuclei sparsi o […]

Aprile 25th, 2020

Martin Heidegger – letture critiche

Contro l’odio, i fascismi e i populismi, propongo la lettura del volume di Antonio Peduzzi sulle controverse idee del grande […]

Aprile 16th, 2020

Sapori&saperi – la tipicità cilentana

La storia dell’alimentazione e la tipicità cilentana di Pasquale Martucci   La scoperta e la riproposizione della tradizione alimentare è […]

Aprile 11th, 2020

Gli insegnamenti di un maestro: Aldo Musacchio

Cultura e formazione umana come fattori indispensabili allo sviluppo   Il sociologo dello sviluppo Aldo Musacchio, docente in diverse Università […]

Aprile 9th, 2020

Coronavirus: biologia o economia?

Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Novembre 7th, 2025

Considerazioni sulla ricerca dell’identità

Lo scorso 5 novembre 2025, i ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado di Celle di Bulgheria hanno presentato la […]

Novembre 4th, 2025

Celle di Bulgheria. Premio “Identità del Cilento” – Terza Edizione (2026)

Mercoledì 5 novembre 2025 alle ore 14:45, nell’Aula Magna della Scuola Secondaria di Primo Grado di Celle di Bulgheria, ci […]

Ottobre 31st, 2025

Roberto Bellucci: l’artista all’opera

L’artista Roberto Bellucci ha eseguito, ad Agropoli il 30 ottobre 2025, presso il Cineteatro “Eduardo De Filippo”, un’estemporanea intitolata: “Lumos”. […]

Ottobre 30th, 2025

La “dimensione uomo” nella società contemporanea

Di fronte ai rapidi cambiamenti intervenuti, l’uomo attuale si trova spesso disorientato: prova la paura di non essere all’altezza di […]

Ottobre 24th, 2025

Il Patrimonio Culturale tra forme e significati

Dal 24 al 26 ottobre 2025 a Vallo della Lucania, nell’ambito delle iniziative: “Giornate del Patrimonio cilentano”, si svolgeranno diversi […]

Ottobre 21st, 2025

Premio “Identità del Cilento” – Terza Edizione (2026)

L’Associazione storico – culturale “Progetto Centola” e il Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura”, con il Patrocino Morale del Consiglio Regionale della Regione Campania, […]

Ottobre 17th, 2025

Dibattito sul narcisismo

Nell’ambito delle iniziative dell’Associazione storico-culturale “Progetto Centola” e del Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura”   Sabato 18 ottobre 2025, ore 17:00 Sarà presentato […]

Ottobre 14th, 2025

Immateriale: i Patrimoni Culturali di Pellare e Cannalonga

DIALOGHI SUL PATRIMONIO IMMATERIALE La Festa di San Bartolomeo Apostolo (Pellare) e la Fiera della Frecagnòla (Cannalonga) nell’Inventario del Patrimonio […]

Ottobre 7th, 2025

Sguardi sociologici 15 / Populismi

Osservando le dinamiche populiste nelle nostre società, di fatto ci troviamo in presenza di un profondo paradosso: i movimenti così […]

Settembre 30th, 2025

Patrimonio Culturale: un Convegno a Lentiscosa

  Lentiscosa (SA) – giovedì 2 ottobre 2025, ore: 18:00   Convegno/dibattito per la presentazione del volume:   STORIA, CONSERVAZIONE […]