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Giovedì 26 agosto 2021

Ore 18:30

presso la Chiesa dei SS. Giorgio e Nicola – Postiglione (SA)

Presentazione del libro:

“La reliquia della croce” di Giuseppe Marotta, Ed. ARCI Postiglione.

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Sanda Lena

Sanda Lena ‘mperatrice

mamma re Custandinu ‘mperatore

p’ mare isti a cercà

la Croce r’ lu nostru Signore.

La trovasti e la pigliasti:

r’ le tre parti

una la mannasti a lu figliu tuou dilettu

una la lassasti

l’ata a Roma t’ la purtasti.

P’ la tua sandità

semb’ la Croce fann’ amà.

L’imperatrice Elena si recò in Palestina e, salita sul Golgota per purificare quel luogo sacro dagli edifici pagani, fatti costruire dai Romani, identificò la Vera Croce del Redentore, tra le tre ritrovate, ed il cadavere di un uomo, messo a giacere su di essa, tornò all’istante miracolosamente in vita. La suddivise in tre spezzoni: uno, ben chiuso in una cassa d’argento, lo lasciò a Gerusalemme presso il Santo Sepolcro, l’altro inviato a Costantinopoli fu nascosto dall’imperatore nel suo colosso, il terzo fu portato da lei stessa a Roma e custodito nella sua cappella privata, poi diventata la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Cominciarono a diffondersi nel mondo i frammenti del Santo Legno: anticamente ve ne era sempre uno nella croce pettorale dei vescovi e tutte le parrocchie ne custodivano uno come reliquia. Oggi, però, questo privilegio è diventato più unico che raro, in quanto i pezzi maggiori conservati a Roma si sono talmente assottigliati che la distribuzione dei frammenti è stata completamente interrotta, già dagli inizi degli anni cinquanta del 1900.

Per l’autore, “la Croce è la lampada che illumina il cielo e la terra”, e costituisce l’occasione di una profonda riflessione: “in questo mondo nulla è attribuibile al caso e, quelle che a volte sembrano coincidenze, altro non sono che gesti d’amore del Signore per le sue creature, segni predisposti da Dio per manifestarsi a noi”.

Il lavoro di Giuseppe Marotta sulla reliquia della croce nella chiesa di San Giorgio e Nicola a Postiglione è suddiviso in almeno tre parti: la prima riguarda le notizie sulla Santa Croce che si trova nella chiesa di Postiglione; la seconda tratta il profilo dell’Abate Andrea Marotta, illustre postiglionese, parroco nel suo paese natio e partecipe allo “spirito di rinnovamento della società a lui contemporanea”, che ebbe in dono proprio la reliquia della Santa Croce di Cristo. Infine, la raccolta e pubblicazione di documenti inediti ed originali riguardanti la fede e la dedizione dei postiglionesi per la sacra reliquia.

Gli studi sulla Santa Croce costituiscono un lavoro interessante, che si contraddistingue per le ricerche effettuate e per aver voluto riportare un esempio di segno tangibile, che ha caratterizzato la comunità religiosa di Postiglione.

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Di seguito alcune considerazioni su reliquie, leggende e racconti mitici

Il mito delle reliquie

In un tempo molto lontano, una donna asserì di essere in possesso di un dito di San Giovanni Battista. La reliquia così importante attirò l’attenzione di tanti, ma non era facile dividere l’osso e venire a capo della questione. Si decise di rivolgersi direttamente al divino e, dopo una notte di preghiere, la comunità ebbe una risposta alla sua devozione: dal dito uscì del sangue che cadde su un pezzo di stoffa. Solo allora il panno poté essere diviso in tanti pezzi e riuscì a soddisfare il bisogno di tutti.

Questo episodio attesta la proliferazione delle reliquie che si diffusero dopo che Elena, la madre dell’imperatore Costantino, nel 327 si convertì al Cristianesimo. La donna si recò in Terra Santa per un pellegrinaggio e, secondo la tradizione, ritrovò diversi segni della Passione di Gesù: la Vera Croce, la Corona di Spine, i Chiodi, il Titulus Crucis, e molti altri. Il viaggio di Elena accese la devozione verso tutti i santuari che potevano vantare il possesso di una reliquia. Da allora le chiese fecero a gara per accaparrarsene una, che non di rado veniva rubata o da ladri professionisti o durante i saccheggi delle città. Esistevano poi dei veri e propri mercanti specializzati in reliquie che, approfittando dell’ingenuità dei compratori, vendevano presunti resti di santi e beati. Nel Medioevo, la venerazione delle reliquie sconfinava nella superstizione: agli oggetti e ai resti mortali di santi e martiri venivano attribuiti poteri miracolosi, taumaturgici e si riteneva che il solo toccarli potesse produrre guarigioni o concedere grazie. Per questo motivo, le reliquie si moltiplicarono contro ogni logica: in età medievale, erano sparse per l’Europa almeno 60 dita di san Giovanni Battista, 3 teste di san Giorgio, diverse Culle di Gesù Bambino, almeno dieci Prepuzi, innumerevoli frammenti del Legno della Croce. Al fine di conservare le reliquie, si introdusse il Reliquiario, una custodia di grandezza, forma e materiali vari (urne, cofanetti, teche, ampolle, ecc.) destinata a contenerle.  (A. Lombatti, “Il culto delle reliquie”, Sugarco Edizioni, 2007)

L’uomo ha sempre avvertito il bisogno di manifestare la sua fede attraverso qualcosa di concreto e di tangibile per rendere possibile il suo rapporto con la divinità. Da qui la credenza della virtù miracolosa delle sante reliquie, i resti di corpi dei santi e dei martiri, ma anche gli oggetti e gli strumenti conservati in luoghi sacri e di culto.

Il termine proviene dal latino reliquiae, resti, equivalente al greco leipsanon, lasciare in ricordo. Prima dell’avvento del Cristianesimo, alcuni oggetti erano conservati in memoria di persone realmente esistite, ed erano associati a particolari sistemi religiosi o culturali. Le persone, che avevano orrore della morte, con la reliquia trasformavano quell’orrore in speranza. Le forme di venerazione delle reliquie erano legate a: processione, visita, esposizione, benedizione. Durante l’omaggio reso, il fedele si inginocchiava, baciava l’oggetto di culto ed a volte si prostrava a terra. La solennità dell’evento era costituita dall’utilizzo di torce, candele, incenso, che rappresentavano il fascino delle luci e delle nebbie profumate, che simbolicamente erano la vittoria della luce contro le tenebre e il viaggio verso la gloria eterna.

Raffaele Pettazzoni nel suo lavoro: “Religione e società”, rileva lo stretto legame tra religione e mito, superando la concezione che vede il mito come qualcosa di impuro rispetto alla religione. Al contrario si tratterebbe di un elemento integrato alla religione. Ne: “La verità del mito”, Pettazzoni scrive: “Il pensiero umano è mitico e logico insieme, la religione non è puro pensiero razionale, ma partecipa del carattere magico e religioso del mito. L’Essere Supremo creatore non è che un mito delle origini. E la stessa verità di fede è verità di vita. La verità è di ordine religioso, e più specificatamente magico”. L’espressione “verità di fede come verità di vita” è il calarsi proprio nella cultura religiosa popolare, cui sono pervase le nostre comunità. Per Pettazzoni: “L’efficienza del mito, ai fini del culto per la conservazione del mondo e della vita, sta nella magia della parola, nel potere evocativo della parola, del mythos, della fabula (…) come forza arcana e possente”. (R. Pettazzoni, “Religione e società”, Editrice Ponte Nuovo, 1966, 10)

Il mito è storia vera, racconti di avvenimenti realmente accaduti, a cominciare da quelli delle origini. Il mito è storia vera perché storia sacra, per “le concrete forze sacrali ch’esso mette in moto”. La proposizione dei miti delle origini è incorporata nel culto perché concorre agli scopi per cui il culto è celebrato, quelli della “conservazione e dell’incremento della vita”. (T. Silla, “Pettazzoni: il mito tra storia e antropologia”, in G. Leghissa, E. Manera, “Filosofie del mito del Novecento”, Carocci, 2020, 91-99)

Il mito narra una storia sacra, riferendosi ad un avvenimento che ha avuto luogo nel tempo primordiale, il tempo favoloso delle origini. Narra come, grazie alle gesta degli Esseri Soprannaturali, una realtà è venuta ad esistenza. Il mito quindi è la narrazione di una creazione, la dimensione nascosta, originaria delle cose, manifestando la connessione tra uomo e mondo, ma anche tra uomo e memoria di un tempo primordiale in cui il ricordo era felice. (M. Eliàde, “Mito e realtà”, Borla Editore, 1966, 125)

Mircea Eliàde parlava del mito dell’eterno ritorno, ovvero la corrispondenza con il mondo divino che ha costellato il rapporto uomo/natura. Ritornando alle origini è la stessa capacità per la società di rigenerarsi, “ciclizzando la vita come un continuo riconoscere e ritornare”. (M. Eliàde, “Il mito dell’eterno ritorno”, Ed. Lindau, 2018)

Ho trovato l’accostamento tra mito e reliquie pertinente, in quanto riguarda la stessa capacità di osservare l’esistenza e il significato della vita, il collegamento con il passato e la proiezione verso il futuro. E poi l’andare ai segni e alla vita immaginaria con la capacità di mettere in contatto aldilà e aldiqua, in cui si esplicitano credenze, miti e storie. Le stesse proiettano in un mondo, ora perturbato dai disordini e da limiti e precarietà, che hanno fatto dimenticare la condizione originaria di equilibrio tra le forze cosmiche. Del resto, quante leggende mitiche, che sconfinano nei racconti agiografici, servono quasi a rendere più forte il culto dei santi e dei martiri e le loro reliquie.

Nei racconti agiografici la descrizione del martirio è effettuata con dovizia di particolari. San Clemente, nel 308, insieme al diacono Agatangelo, è legato ad una ruota, bastonato e infilzato da pugnali; poi è torturato con aghi infilati nel volto; gli vengono rotte le mandibole e tolti tutti i denti con delle tenaglie. È la sorte di entrambi: “Viene loro tolta la pelle e vengono di nuovo frustati. Sono messi su griglie roventi sopra un fuoco ad arrostire e, poi, gettati in una fornace per un giorno e una notte (…) i torturatori li scorticano con uncini metallici, versano sulla loro testa piombo fuso, legano ai loro colli una pietra e li trascinano per tutta la città. Arrivati sulla piazza sono lapidati dalla folla. Clemente viene nuovamente frustato, bruciato con torce e bastonato in testa. Infine, i due martiri vengono decapitati”. (A. Lombatti, “Il culto delle reliquie”, Sugarco Edizioni, 2007, 37)

Le reliquie si affermano anche e soprattutto grazie ai racconti agiografici dei martiri. Tali racconti sono certamente esagerazioni, ma il martire c’è, è esistito. E le reliquie come segni della presenza dei martiri sono narrazioni che attestano il bisogno di credere nel mito delle origini, ma anche nel mito che permette di superare la crisi della presenza (de Martino) e ricondurre nel collettivo la paura dell’esistente. Qui è il de Martino non più del mondo magico ma de: “La Fine del Mondo”, ovvero la critica del modello occidentale, della società del benessere non più ancorata ai miti, alle reliquie e a quelle forme e segni che consentono l’equilibrio sociale. (E. de Martino, “Il mondo magico”, Bollati Boringhieri, 2017, or. 1948; E. de Martino, “La fine del mondo”, Einaudi, 2002, or. 1977)

Entriamo nello specifico dei rapporti tra popolazione ed eventi che vanno ben oltre la comprensione razionale. Quando Eliàde parlava dei miti, asseriva che la realtà assume un significato e si presenta all’uomo sotto la categoria dei valori: a cominciare dalla sua stessa esistenza, collegata al passato (antenati) e al futuro (discendenti), nonché a tutti gli altri viventi, vegetali e animali, al cielo, alla terra, alle stagioni, al giorno e alla notte. E grazie alle poderose correnti di presenze sovrumane, ora benevole ora maligne, l’uomo stesso può, a determinate condizioni, comprendere e, talvolta, padroneggiare. Tommaso D’Aquino, considerando gli eventi naturali che erano intesi come miracolosi, affermò: “Il naturale doveva essere esteso a includere i fenomeni straordinari della natura, come le più spaventose tempeste o i terremoti improvvisi”. Anche se alcuni attribuivano a Dio questi fenomeni, Tommaso coniò la parola supernaturalis, soprannaturale. Qui si entra nella credenza che esistevano forze soprannaturali, angeli o demoni, che potevano sovvertire le leggi di natura. (M. Eliàde, “Mito e realtà”, Borla Editore, 1966)

Il mito è accostato alla religione cristiana, in quanto quest’ultima proviene da un fatto storico che è la nascita, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo. Esso diventa un evento unico e assoluto ma soprattutto irripetibile e imparagonabile, in cui la rivelazione si incastona nella storia senza far perdere il valore dei segni e degli strumenti governati ovviamente dalla volontà di Dio. Il valore aggiunto del Cristianesimo è stato quello di permearsi nella realtà terrena, pratica e personale degli uomini donando loro la possibilità di coltivare uno ad uno, a tu per tu, un rapporto intimo ed esclusivo con Dio stesso. E da qui l’esigenza dei segni di fede, rappresentati dai reliquiari. Calvino criticò le forme esteriori della religiosità, rappresentati da oggetti e segni che allontanano dalla vera dottrina: al contrario occorreva ripristinare la fede autentica e bandire quella affidata a manifestazioni per lo più false. (G. Calvino, “Trattato sulle reliquie”, scritto nel 1543, ora in Edizione Mimesis, 2010)

Ad ogni modo, resta il forte bisogno di trovare segni e simboli, a prescindere da false e vere reliquie: il Concilio di Trento prima e poi una serie di provvedimenti hanno cercato di definire al meglio il concetto di autentico, come pure il potere di una fede che si affermava anche grazie ai segni proposti. Il Codex iuris canonici del 1917 fece una netta distinzione tra le reliquie e nel 1983 un nuovo codice prescriveva il divieto di vendere, alienare o trasferire le reliquie insigni senza la licenza della Santa Sede, ribadendo l’uso di riporre sotto un altare fisso le reliquie di martiri o di santi. Oggi esse sono considerate “un accompagnamento della vita sacramentale” e fanno parte della religiosità popolare. Sono state suddivise in classi in base alla loro preziosità e all’eccezionalità da esse rappresentata, a condizione che venga comprovata la loro veridicità. Le più importanti sono gli oggetti direttamente associati ad eventi della vita di Cristo (parti della Santa Croce, chiodi della crocifissione, frammenti della mangiatoia, la Sindone, ecc.), o resti sacri di santi (corpi interi, ossa, capelli, sangue, carne, ecc.).

Qualsiasi parte del corpo o oggetti appartenenti a santi o martiri assunsero un valore elevato. Ed allora, il traffico delle reliquie servì proprio a rinsaldare i legami di fede. È evidente il potere che la popolazione riservò a figure martirizzate e che per essere sconfitte dovettero essere prima torturate e poi lentamente e con grandi sofferenze uccise. Queste storie servirono ad imprimere nella futura memoria delle popolazioni la forza e la potenza di uomini che si immolarono per l’affermazione della religione cristiana.

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Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Maggio 8th, 2024

Costruzione della conoscenza

Niklas Luhmann ha scritto un breve testo, tratto da una conferenza svolta Berna nel 1988, ora contenuto nel volume dal […]

Maggio 2nd, 2024

Il metaverso tra opportunità e criticità

Ricevo da Carmen De Luccia uno scritto che tratta un argomento importante, specie in proiezione futura, un concetto difficile da […]

Aprile 24th, 2024

La filosofia del Paradiso

A proposito del volume di Angelo Paolo Perriello: “Paradiso. Un racconto pedagogico sull’identità”, Edizioni Magna Graecia, 2023 Scrivere di questo […]

Aprile 18th, 2024

Il maestro che dipinge i cieli

A Vatolla, Carlo Di Muoio è l’ultimo fuochista, o almeno uno degli ultimi artigiani che si occupano di realizzare i fuochi […]

Aprile 15th, 2024

Empatia e relazione di cura: l’ultimo volume di Luigi Leuzzi

Centrale in “Empatia ed empatismo nella relazione di cura” di Luigi Leuzzi è un modo nuovo di intendere la relazione […]

Aprile 11th, 2024

Dire la verità

“I grandi parresiasti nella storia hanno raramente vinto, per lo più hanno perso, ma la loro voce ha attraversato i […]

Aprile 5th, 2024

U munaciello

Nella tradizione popolare, spesso si sentono narrare storie di figure che caratterizzavano la vita delle comunità e la mantenevano coesa. […]

Marzo 29th, 2024

Cultura Immateriale: lo studio della festa di Eredita

In occasione del Convegno: “2024 L’anno delle radici italiane nel mondo tra patrimonio culturale e viaggi del ritorno”, ho svolto […]

Marzo 20th, 2024

Cilento: ipotesi mito-archeologiche

Sabato 23 marzo, alle ore 18:00, si svolgerà a Vallo della Lucania, con il Patrocinio del Comune e del Centro […]

Marzo 14th, 2024

Le radici italiane nel mondo tra patrimonio culturale e viaggi del ritorno

Il prossimo 16 marzo 2024, alle ore 17:00, l’Associazione “Progetto Centola” e il Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura” organizzerà un Convegno/Dibattito online, dal […]