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Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti

di Pasquale Martucci

 

I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente e futuro” e rendono possibile “continuità e cambiamento”. Sono modelli istituzionalizzati nei quali vengono attualizzate e messe in scena conoscenze e pratiche collettivamente condivise. I riti sono legati alle azioni non alle parole: “sono processi corporei codificati simbolicamente (…) si svolgono nello spazio, vengono condotti da gruppi e sono determinati normativamente”. (C. Wulf, 2002)

 

Pur nella consapevolezza che le società umane non sono immodificabili, non sono chiuse ma adottano le novità che giungono dall’esterno, metabolizzandole, rielaborandole e facendole proprie, occorre tuttavia considerare l’importanza dei rituali tradizionali nella conservazione e nella trasmissione della cultura, riaffermando le credenze e gli ideali collettivi fondamentali della comunità. (M. Aime, 2013) Essi si manifestano soprattutto nelle occasioni festive, durante la celebrazione di un evento legato al “vissuto emotivo dei partecipanti” ed inteso come cornice del “complesso rituale”, delle azioni cerimoniali compiute dalla popolazione. (P. Apolito, 2014)

Intesi come “una struttura d’azioni sequenziali, di ruoli teatrali, di valori e di finalità, di mezzi reali e simbolici, di comunicazioni attraverso sistemi codificati” (C. Rivière, 1998), i riti sono da un lato evasione totale dalla storicità dell’esistenza e dall’altro funzionali al mantenimento delle regole della società, come sosteneva Ernesto de Martino. Si tratta di “un’operazione collettiva di autodifesa” dell’uomo di fronte ad eventi, in cui “l’esserci non è garantito”, che mettono in luce tutta la fragilità e inconsistenza del suo essere al mondo, essere “presente nel mondo”. Egli troverebbe riparo “nella ripetizione di gesti che inquadrano, rielaborano, superano gli eventi traumatici e permettono di affrontare le paure e le difficoltà vissute dall’individuo di cui si fa carico tutta la comunità”, superando la “crisi e il dramma della presenza” e realizzando il “riscatto”. (cfr.: lavori di e su E. de Martino)

I riti religiosi, che sono più resistenti ai cambiamenti in quanto ripropongono valori culturali consolidati, non lasciano spazio ad azioni che non siano formalizzate: si tratta di comportamenti abitudinari inseriti nelle categorie di tempo e luogo; predomina il linguaggio simbolico; viene messa in scena la rappresentazione di un teatro popolare di origini e tradizioni arcaiche, attraverso l’esecuzione di azioni, movimenti e gesti. (C. Wulf, 2002)

Tutto ciò per introdurre una rappresentazione ricca di simboli e significati: “Il canto dei cumpràti” (confratelli, appartenenti alle cungrèe, congreghe, confraternite), che si svolge nella zona del Monte Stella nel Cilento Antico, il Venerdì Santo. In questo territorio sono state costituite le confraternite di: Acciaroli, Agnone, Cannicchio, Cosentini (o detta della “Socia”), Celso, Fornelli, Laureana, Lustra, Matonti, Mercato Cilento, Montecorice, Omignano, Ortodonico, Perdifumo, Pollica, Rocca Cilento, San Giovanni, San Mango, S. Mauro Cilento, Santa Lucia, Serramezzana, Sessa Cilento, Stella Cilento, Valle e Vatolla.

I riti della Settimana Santa sono importanti come momento di “meditazione collettiva sul mistero della morte” e al tempo stesso di esorcismo della stessa. Questa meditazione, in accezione religiosa, è nei fatti non “una conclusione senza speranza dell’esistenza, ma un passaggio tragico verso la nuova vita”. (A. Cattabiani, 1988)

Il lavoro proposto vuole seguire una prospettiva sincronica, ovvero lo studio delle confraternite secondo un metodo antropologico che mette in rilievo, partendo comunque dallo sfondo storico di riferimento, la vitalità e la funzionalità del fenomeno nella società attuale, evidenziandone ruolo e funzioni, significati e valori. (M. Arduini, 2005)

L’origine delle confraternite risale al VII secolo, quando si iniziano a formare le prime comunità religiose di laici, ma solo alla fine del XV secolo si consolidano nel territorio cilentano. La loro missione era legata alla preghiera per i vivi e per i morti, alle opere buone per la salvezza delle anime proprie e di quelle dei confratelli. Tra le loro finalità sono da rilevare l’assistenza materiale e spirituale ai bisognosi, l’aiuto alle giovani spose che devono procurarsi la dote per sposarsi, ma anche forme di incentivo alle attività artigianali ed agricole. La costituzione delle confraternite è riconosciuta canonicamente in una parrocchia con formale decreto dell’Autorità ecclesiastica, con compiti regolati da uno Statuto e con una organizzazione al cui vertice ci sono un Priore e un Consiglio degli Anziani, detto dei “mazzieri”, ovvero coloro che portano un bastone durante le solenni cerimonie. Il bastone è associato al potere, ma anche alla saggezza, alla autorevolezza: Salomone dopo la sua morte restò in piedi appoggiato al suo bastone e di conseguenza attestò la “sua dirittura e rettitudine morale”. Il bastone è poi l’attributo del pellegrino e ne facilita la marcia, ma rappresenta anche “il contatto rigenerante con la terra madre”. (C. Morel, 2006)

La confraternita è stata sempre una associazione pubblica di fedeli, finalizzata specificamente all’incremento del culto ed alle opere di carità, ha sempre dato importanza alla penitenza, alla catechesi e all’evangelizzazione. Diverse norme ecclesiali hanno negli anni disciplinato le regole delle cungrèe, facendo abbandonare le forme penitenziali esasperate e perseguendo un atteggiamento più religioso e spirituale. E’ una associazione uguale per tutti, senza personalismi: le differenziazioni sono solo quelle di coloro che ricoprono incarichi particolari, per il resto si tratta di un ordinamento democratico, gestito comunitariamente e senza alcuna egemonia.

Un tempo le confraternite si incamminavano a piedi e raggiungevano i paesi limitrofi, oggi si viaggia in prevalenza con i bus. Il campanilismo era esagerato ed esasperato e spesso per una mancata precedenza o per un errato saluto si litigava in modo violento, soprattutto quando si era sotto l’effetto di alcolici che venivano offerti dalla popolazione con generosità. Partendo dai paesi di appartenenza e per omaggiare i “sepolcri”, le confraternite fanno il giro dei borghi più importanti, per sfidare le altre consorelle in una sorta di competizione canora inneggiante la vita e la passione di Cristo, della Madonna e dei Santi. Il canto è una sorta di sublimazione della voce per “elevare il corpo e metterlo al servizio della fede e della spiritualità”. Si tratta di un supporto espressivo dell’emozione, della pietà, della gioia o della tristezza, dell’estasi e della compassione che accompagna i riti e le cerimonie. Nel caso delle confraternite, il canto è commovente e lamentoso, “un appello al perdono, all’espiazione, all’adorazione reverenziale”. (C. Morel, 2006)

I canti dei cumpràti sono caratteristici: riprendono le antiche melodie contadine, le laudi, che meditano sulla passione di Cristo nel periodo della Settimana Santa. In molte occasioni, oggi si intona il “miserère in tono gregoriano melismatico”: si tratta di un canto melodico, “che carica su una sola sillaba testuale un gruppo di note ad altezze diverse, modulando l’intonazione senza interrompere l’emissione vocale”, con un preciso significato liturgico che esprime la gioia eterna e divina. Il canto, sia quello religioso che profano, è molto importante e diffuso in questa zona: i confratelli, con le insegne e le divise del proprio borgo, si recano in processione nelle chiese dei casali vicini, poi concludono il loro percorso nella propria parrocchia. (cfr.: “canto gregoriano melismatico”)

L’etnomusicologo Maurizio Agamennone ha sostenuto che “è su questo territorio che da secoli si compie il piccolo rito penitenziale cilentano”, ovvero quella sorta di “pellegrinaggio che mette in movimento reciproco”, durante la Settimana Santa, “tutti i sodalizi attivi, estendendosi a coprire e marcare l’intera area del Monte Stella”. I cumpràti effettuano un percorso circolare tra le navate della chiesa intervallato dai canti, l’elemento più caratteristico della cerimonia. Di forte carica emotiva sono il “miserère in latino e i pianti della Madonna”. (M. Agamennone, 2008)

Assistendo ai canti del Venerdì Santo nel Cilento Antico, Agamennone notò una certa originalità: “i tratti di tipicità consistono soprattutto nella linea melodica prevalente e nel sostegno su note tenute di bordone eseguite da cantori che qui nella tradizione delle congreghe chiamano bassi”. Un’altra caratteristica tipica della zona è individuabile in certe forme di emissione della voce; spesso si tratta di “una voce ingolata che produce notevoli effetti armonici nella regione acustica”. (A. Di Rienzo, 1990)

Tutte le fasi del rituale sono caratterizzati da simboli e significati antichi, riconducibili alla religiosità popolare. Il tratto distintivo dei confratelli è l’abito indossato: una larga tonaca che ricorda le manifestazioni pubbliche di espiazione dei peccati del mondo. L’indumento essenziale è un camice bianco con cappuccio, che richiamano da un lato la tunica indossata da Gesù nella Via Crucis e dall’altro il cappuccio inteso come protezione e conservazione dell’energia spirituale. Tra gli altri elementi simbolici: un corto mantello (mozzetto), differente per ogni cungrea, che si riferisce alla “cappa magna” di un dignitario non religioso e rievoca la protezione, la difesa, l’impenetrabilità; il cingolo è la corda portata ai fianchi che richiama alle funi con cui fu legato Cristo (si tratta di una corda con diversi nodi, di numero dispari, che ricordano i momenti della “Passione”); lo stemma, il “signum”, riporta l’effigie del Santo che caratterizza la confraternita; un lungo bastone un tempo, insieme al cingolo, era simbolo di umiltà e penitenza (in genere lo porta il priore, i confratelli che ricoprono cariche importanti e i più anziani). I colori, che da soli evocano e sostituiscono le parole, come veicolo di comunicazione a livello simbolico si situano verso l’alto (l’uomo che si colloca tra la terra e Dio) e verso il basso (in rapporto al corpo). Nel caso delle cungrèe richiamano i loro tratti distintivi: il bianco è il colore delle cappe indossate un tempo dai flagellanti; il rosso è il fuoco della carità che infiamma il cuore e il simbolo assoluto della divinità; il marrone richiama l’Ordine Carmelitano; l’azzurro è il  colore della Madonna; il nero è il simbolo della terra che ha dato la vita e che ospita anche il ritorno con la morte. (C. Morel, 2006)

Il rito de “Il Canto dei cumpràti” si caratterizza per un inizio (l’opera di vestizione e il raduno prima di iniziare il pellegrinaggio), uno svolgimento (l’intera giornata con tutti i momenti di canto e preghiera e i movimenti ripetuti di anno in anno) e una conclusione necessaria per chiudere con profondo trasporto la giornata di passione e penitenza.

Osservando le forme rituali de “Il canto dei cumpràti”, si possono rilevare i seguenti elementi caratteristici:

  1. gli abiti tipici dei confratelli, come strumento di significazione e comunicazione, rappresentano, insieme ai loro simboli religiosi, la specificità della propria comunità di appartenenza (C. Pont-Humbert, 1997);
  2. il pellegrinaggio/processione, inteso come ricerca religiosa e “ricordo o riproduzione del cammino spirituale verso Dio”, è da cogliere come metafora del viaggio tra comunità limitrofe, in cui avvengono scambi culturali e momenti di socializzazione. Il pellegrinaggio è spinto dalla “pietà itinerante nel cui quadro si inscrive e si impone la necessità di superare una frontiera, di operare una separazione con il contesto comune” (C. Morel, 2006);
  3. la cerimonia ufficiale si sviluppa in un tempo e in un luogo prefissato (chiesa), con un rituale corale per intonare i canti. La sosta al sepolcro è suggestivo: il bacio (adorazione) che i confratelli a coppia in ginocchio eseguono davanti al Sepolcro, con tre inchini di cui due simultanei verso gli altari e uno tra due confratelli;
  4. i comportamenti dei partecipanti sono legati ai gesti, ai movimenti, alle espressioni, alla preghiera, al canto. Si è mantenuto in molti casi il battito disciplinae (flagellazione) con cordicelle: i confratelli si percuotono tre volte la schiena per espiare le colpe. Questa azione serve a purificare l’individuo e a provare la sua fede, ad espiare le colpe o i crimini. (cfr.: Pont-Humbert, 1997; C. Morel, 2006)

Per la confraternita, è importante il momento della penitenza, il processo di conversione a Dio attraverso il riconoscimento del peccato e il proposito di una vita santa. Considerando che la fede senza le opere è morta, la religione popolare ha sempre dato importanza alle opere di penitenza, contrizione e riparazione per permettere di “elevarsi per sbarazzarsi dagli errori commessi”, alle attività caritative non disgiunte dal culto pubblico. (C. Morel, 2006)

Nella “Summa Theologiae”, Tommaso d’Aquino, riprendendo Sant’Agostino quando rilevava che “il peccato è privazione di misura, bellezza e ordine”, sostenne l’importanza di una vita corretta e giusta per l’educazione e la partecipazione del popolo alla “Verità rivelata”. Da ciò, risulta evidente come colui che non riesce a pentirsi e a chiedere perdono riceve, tramite l’uso della disciplina, la grazia da Dio di pentirsi e diventare umile: flagellandosi libererà il suo cuore dall’orgoglio e dalle passioni. La flagellazione si pone anche come “atto mistico investito del potere di aumentare il fervore spirituale”. (C. Morel, 2006)

Questi sono i simboli e i significati che caratterizzano “Il canto dei cumpràti” nei paesi del Cilento Antico. Si tratta di rituali che influenzano profondamente la vita delle comunità: vengono riproposti anno dopo anno con comportamenti e funzioni che esaltano la religiosità popolare, nonostante oggi molti turisti sono soprattutto interessati ad ascoltare le voci dei confratelli che, con i loro tratti distintivi, i loro costumi, i loro simboli, entrano ed escono dalle chiese e percorrono le strade dei paesi, preceduti dall’intonazione di un miserère.

 

Riferimenti bibliografici

 

Riti e tradizione popolare:

A. Cattabiani, 1988, “Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell’anno”, Rusconi Libri; C. Pont-Humbert, 1997, “Dizionario dei simboli, dei riti e delle credenze”, Editori Riuniti; C. Rivière, 1998, “I riti profani”, Armando; J. Cuisenier, 2001, “Manuale di tradizione popolare”, Meltemi Editore; C. Wulf, 2002, Rito, in (a cura di C. Wulf) “Le idee dell’antropologia”, Bruno Mondadori; M. Arduini, 2005, “Conflitti, rituali, identità. Analisi antropologica ed etnografia di campo dall’Alto Lazio”, in “La ricerca folklorica”, n. 52, Grafo; C. Morel, 2006, “Dizionario dei simboli, dei miti e delle credenze”, Giunti Editore; M. Aime, 2013, “Cultura”, Bollati Boringhieri; P. Apolito, 2014, “Ritmi di festa. Corpo, danza, socialità”, Il Mulino.

Ernesto de Martino:

E. de Martino, 1948, “Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del magismo”, Bollati Boringhieri; E. de Martino, 1995, “Storia e metastoria. I fondamenti di una teoria del sacro” (a cura di M. Massenzio), Argo; G. Sasso, 2001, “Ernesto De Martino fra religione e filosofia”, Bibliopolis Napoli; C. Gallini (a cura di), 2005, “Ernesto de Martino e la formazione del suo pensiero”, Liguori; A. Signorelli, 2015, “Ernesto de Martino. Teoria antropologica e metodologia della ricerca”, L’Asino d’oro edizioni.

Confraternite, cungrèe:

E. La Greca, A. La Greca, A. Di Rienzo, 1984, “Usi e costumi del Cilento”, CI.RI. Cilento Ricerche; A. La Greca, 1991, “Il Folklore”, Centro Promozione Culturale del Cilento; P. Martucci, A. Di Rienzo, 1999, “Il sacro e il profano”, Ed. Studi e Ricerche; A. La Greca, 2016, “Storia delle confraternite nel Cilento (diocesi di Vallo della Lucania)”, Centro Promozione Culturale del Cilento.

Canto rituale:

A. Di Rienzo, 1990, “Il canto delle confraternite”, Il Mezzogiorno Culturale, Anno III n.11; M. Agamennone, 2008, “Varco le soglie e vedo”, Edizioni Squilibri; Le informazioni relative al: “canto gregoriano melismatico”, sono tratte da: https://it.cathopedia.org; www.treccani.it/enciclopedia; https://www.musicacolta.eu

 

 

2 Responses to “Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti””

  1. Prof. Vincenzo Esposito

    I riti confraternali cilentani
    si chiariscono meglio solo se vengono comparativamente
    accostati ad altri due momenti rituali del comprensorio
    cilentano: il Pellegrinaggio al Santuario della Madonna
    della Stella, della metà di agosto, sulla cima dell’omonimo
    monte, e i diversi rituali del “Volo dell’Angelo”
    che si svolgono in alcuni paesi della stessa zona in occasione
    della festa di S. Michele arcangelo. Ritengo che
    tali momenti rituali, costituiscano tre modi complementari
    di rappresentazione performativa dell’identità
    culturale cilentana che oscilla tra una possibile apertura
    verso una “alterità” limitrofa (riti confraternali) ed una
    forma ristretta, quasi autarchica e difensiva, di identità
    locale (“Volo dell’Angelo”). Senza trascurare il momento
    della totale con-fusione rituale in una forma identitaria
    molto ampia e molto più genericamente cilentana, senza
    distinzioni di campanile (pellegrinaggio alla Madonna
    della Stella). Sulla comparazione dei tre momenti si è svolta,
    diretta dal sottoscritto, una ricerca etnografica.
    In sintesi, penso che i cortei processionali dei
    confratelli cilentani possano rappresentare ritualmente
    in tentativo di “pacificazione tra gruppi e comunità
    potenzialmente rivali e antagonisti”. Ma di questo ho
    già scritto altrove così come ho già detto che altri
    rituali dello stesso contesto mettono in scena il tentativo
    di difendere un’identità locale più ristretta dall’intrusione
    dell’alterità e della diversità (“Volo dell’Angelo” e
    combattimento teatralizzato con il diavolo). Così
    come ho anche già scritto che, nel Pellegrinaggio alla
    Madonna del Monte della Stella, ritualmente i confini
    identitari vengono simbolicamente allargati a tutte le
    comunità comprensoriali che diventano così depositarie
    di una teorica e generale forma di cilentanità.
    (Cfr. Esposito, Vincenzo, Dal Cilento verso Capri.
    Feste mediterranee della provincia di Salerno.
    Ischia Ponte (NA), Imagaenaria, 2005).

    Prof. Vincenzo Esposito

    • Pasquale Martucci

      Ho letto con interesse il commento del prof. Vincenzo Esposito per le sue argomentazioni e per la specificazione dei tre momenti rituali che costituiscono “la rappresentazione performativa dell’identità culturale cilentana”. In questo scritto ho rilevato solo uno dei rituali legati alla cultura popolare religiosa di questa terra, credo che, come ho già fatto in passato, anche in futuro concentrerò le attenzioni su altre e differenti dinamiche socio-culturali di questo territorio. Questo sito, come ho più volte sostenuto, è aperto agli interventi di tutti coloro che vogliono rilevare l’importanza di una cultura che, per costruire e porre le basi del suo futuro, rivolga sempre uno sguardo verso il passato, verso la nostra tradizione.

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L’attualità di Spinoza

Baruch Spinozaè tra le figure più affascinanti e fraintese della storia della filosofia, come è accaduto a tanti pensatori vittime […]

Novembre 22nd, 2020

Terremoto dell’Irpinia … quarant’anni fa

Scene di pianto, volti atterriti, momenti di lutto, disagi esistenziali tornano oggi alla memoria: sono passati ben quarant’anni dal terremoto, […]

Novembre 14th, 2020

Il dominio dei Social Media

Lo sviluppo del web ha radicalmente trasformato la società con l’introduzione di tecnologie user-driven, come blogs, social networks e piattaforme […]

Novembre 8th, 2020

Ricordi e memoria / Torna com’eri quando …

Emilio La Greca Romano è tante cose: poeta e scrittore, docente e giornalista pubblicista (ha collaborato e collabora con diverse testate […]

Novembre 4th, 2020

C’era Molpa oltre Palinuro

Dal mare di Palinuro si possono osservare alcune grotte impareggiabili, rocce ed una spiaggia di sabbia che brilla. La leggenda […]

Ottobre 24th, 2020

Alla ricerca delle radici – Velia

La potenza di Elea di Pasquale Martucci   Nel territorio cilentano, una città molto importante fu certamente la romana Velia, […]

Settembre 8th, 2020

Dibattito / Marx, operaismo e teoria

Ho ricevuto da Antonio Peduzzi uno scritto di Mario Tronti, a proposito ed intorno alla sua ultima pubblicazione: “La teoria […]

Agosto 30th, 2020

“Aspromonte, la terra degli ultimi”

Note a margine del film di Mimmo Calopresti: “Aspromonte, la terra degli ultimi”. Comunità e destino di Pasquale Martucci   […]

Agosto 25th, 2020

Il pensiero / Hegel

Lo Spirito Assoluto nella dialettica hegeliana di Pasquale Martucci   Il 27 agosto di 250 anni fa nasceva Georg Wilhelm […]

Agosto 15th, 2020

Storia e radici – Il Cilento

Cilento: alla ricerca delle origini di Pasquale Martucci   Il Cilento è oggi una zona molto ampia, che parte dal […]

Luglio 24th, 2020

Idee e società – Ferdinand Tönnies

Il concetto di comunità in Tönnies di Pasquale Martucci   «La teoria della società riguarda una costruzione artificiale, un aggregato […]

Luglio 13th, 2020

Riti e cultura popolare / il grano

La passione del grano e la dimensione di verità di Pasquale Martucci   Un antico rituale, rilevato da Ernesto de […]

Luglio 10th, 2020

Idee / Franco Ferrarotti

La fenomenologia del sacro di Pasquale Martucci   Le ricerche di Franco Ferrarotti, seguendo una metodologia qualitativa con il ricercatore […]

Luglio 1st, 2020

Pagine di storia / Anno 1828

I moti nel Cilento: lo studio di una Rappresentazione Rituale di Pasquale Martucci   In alcuni paesi del Cilento, si ricordano […]

Giugno 25th, 2020

Pagine di Storia – Pisacane

Sapri: la Rievocazione di Pisacane di Pasquale Martucci   Sapri è conosciuta, al di là della splendida collocazione geografica nel […]

Giugno 20th, 2020

Pagine di storia / Torri costiere

Le torri costiere del Cilento   di Pasquale Martucci   Percorrendo la costa cilentana, si possono osservare una serie di […]

Giugno 8th, 2020

Seminario ISCRA: “L’insostenibile peso della felicità e della speranza”

Possibili processi di pensiero di Pasquale Martucci   In occasione del Seminario ISCRA online (6-7 giugno 2020), dal titolo: “L’insostenibile […]

Maggio 31st, 2020

Ricerca&territorio – Mitologia

U curdone ru monaco Aspetti mitologici e cultura popolare cilentana di Pasquale Martucci (il saggio è disponibile integralmente e con […]

Maggio 21st, 2020

LAURINO / SANT’ELENA

Un culto antico e importante di Pasquale Martucci   “La storia di Laurino è strettamente intrecciata a quella della sua santa […]

Maggio 17th, 2020

Epistemologia della complessità – EDGAR MORIN

EDGAR MORIN L’attualità del pensiero del teorico della complessità e la centralità della relazione soggetto-oggetto-ambiente per realizzare l’inizio di un […]

Aprile 29th, 2020

Pagine di storia / I Basiliani

I Basiliani e le comunità cilentane di Pasquale Martucci   A questi monaci, arrivati nel territorio a nuclei sparsi o […]

Aprile 25th, 2020

Martin Heidegger – letture critiche

Contro l’odio, i fascismi e i populismi, propongo la lettura del volume di Antonio Peduzzi sulle controverse idee del grande […]

Aprile 16th, 2020

Sapori&saperi – la tipicità cilentana

La storia dell’alimentazione e la tipicità cilentana di Pasquale Martucci   La scoperta e la riproposizione della tradizione alimentare è […]

Aprile 11th, 2020

Gli insegnamenti di un maestro: Aldo Musacchio

Cultura e formazione umana come fattori indispensabili allo sviluppo   Il sociologo dello sviluppo Aldo Musacchio, docente in diverse Università […]

Aprile 9th, 2020

Coronavirus: biologia o economia?

Coronavirus: biologia o economia?   Il filosofo Umberto Galimberti propone le sue argomentazioni/concettualizzazioni sul Coronavirus. Riprendo alcune parole chiave tratte […]

Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Dicembre 10th, 2024

Su turismo e cultura

Ricevo da Gianni D’Alessandro il seguente scritto critico rispetto ad un turismo che potrebbe essere distruttivo per la cultura dei […]

Dicembre 6th, 2024

Le storie negate

Alcune considerazioni a partire dal romanzo di Giovanna Di Francia: “Anche in carcere viene Natale”, Independently published, 2023.   Ascoltare […]

Dicembre 3rd, 2024

Sguardi sociologici 3 – Spopolamento, qualche numero

Il territorio cilentano conosce il triste fenomeno dello spopolamento specie nelle zone più interne. Ciò accade per il problema della […]

Novembre 28th, 2024

Giovani ed emigrazione: la percezione del fenomeno

In questo scritto, mi occuperò dell’emigrazione giovanile che caratterizza in maniera diffusa l’intero Paese, confrontando le ricerche realizzate da vari […]

Novembre 22nd, 2024

Il vero ritratto di Dante immateriale

Gaetano Barbella invia uno scritto (che pubblico di seguito) in cui considera la figura di Dante Alighieri attraverso una “nuova […]

Novembre 19th, 2024

Il turismo e le nuove tecnologie

Quando parliamo di turismo, la prima considerazione è di valutare il rapporto tra i turisti/visitatori e l’ambiente esterno, le risorse […]

Novembre 17th, 2024

I giovani incontrano l’arte: l’osservazione di una interazione

Un interessante esperimento di interazione tra i giovani è l’arte è stato realizzato lo scorso 15 novembre 2024, presso l’Auditorium […]

Novembre 14th, 2024

La sociologia di Franco Ferrarotti

È scomparso all’età di 98 anni Franco Ferrarotti, considerato da molti il padre della sociologia, certamente colui che ha contribuito […]

Novembre 11th, 2024

La parola viva

Paul Ricoeur, in “La parole est mon royaume” (Esprit, 1955), sosteneva che la parola era il suo lavoro, il suo […]

Novembre 5th, 2024

Osservare il margine: lo sguardo di Gaetano Barbella

Gaetano Barbella mi ha trasmesso uno scritto che riprende l’ultima parte dell’articolo “Sguardi sociologici 2 / Osservare il margine”. Ringrazio […]