List

Il prof. Domenico Nicoletti, già direttore del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, ora direttore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, docente presso le Università di Napoli e Salerno, è intervenuto nel Dibattito sull’identità del 26 novembre, rispondendo al mio intervento pubblicato sulla rivista: http://lesociologie.it, che riproduco in calce alle sue riflessioni.


 

 

Caro Pasquale,

molto interessante questo approccio, che ha avuto eccelse e riconosciute interpretazioni in sede del riconoscimento del Cilento come “Paesaggio Culturale” da parte dell’UNESCO nella World Heritage list, di cui mi onoro di aver fatto parte come coredattore.

Approcci evolutivi negli anni sviluppati con altri tre riconoscimenti UNESCO che mancano di “consapevolezza” sui risvolti della loro modernità. Il lavoro del CNR che ha citato mi apre a tanti bei ricordi che andrebbero rilanciati.

Ma quello che più mi ha emozionato in questi anni è la sensibile e straordinaria attenzione di alcuni cineasta nei confronti della nostra terra tra questi Mario Martone che nella “Pastore Cilentana” ad expo 2015, ha saputo rappresentare la summa dell’identità di un territorio patrimonio del mondo (che in continuo girava sullo schermo più grande del mondo nel padiglione zero di EXPO, dietro la parete della libreria del tempo, creando in me la sensazione di aver riletto il dossier per il riconoscimento UNESCO sull’umanità del Cilento.

Grazie degli spunti che mi invii e spero di poter partecipare a qualche vostro incontro “dal passato la forza del futuro della nostra bella e amata terra”.

 

 


Ti allego qualche riflessione che abbiamo fatto con l’amico Paolo Zanenga nei suoi “Quaderni di Diotima” sulle suggestioni del Cilento.

 

-E.L.E.A. – Experimental Lab For An Ecosystemic Advancement: L’applicazione del concetto di territorio generativo al Cilento, terra di Elea (I Quaderni di Diotima Society)

-RITORNO ALLA POLIS: Il territorio ripensato ritrova il valore dei suoi patrimoni e riscopre il ruolo generativo della Polis. (I Quaderni di Diotima Society)

 

«Ripensare i territori come sistemi aperti, stelle polari con relazioni multiple ed estese, non ambiti delimitati da confini»: questo il modello per una proposta adeguata a una rivoluzione spaziale, antropica, tecnologica, sociale, economica, molto più profonda e radicale di quella aperta dai viaggi oceanici, dal sistema copernicano o dalle successive rivoluzioni industriali. Questo vuol dire pensare i territori come sistemi che combinano contenuti, simboli e linguaggi per essere continuamente attrattivi, creativi ed espansivi. La grande metafora di questa rivoluzione è il passaggio dal modello della macchina al modello del vivente, in cui la diversità, la molteplicità di fattori ricombinabili è la condizione della vita. Studiare la biodiversità non è importante solo per trarne risorse ancora sconosciute, ma per comprendere gli equilibri dinamici che le attuali governance economiche e territoriali non sono in grado neppure di vedere.

Proprio come i nodi negli ecosistemi naturali, i territori seguono la legge di potenza, per cui alcuni generano intorno ad essi sistemi sempre più ampi. Il fattore chiave di questo processo espansivo è la capacità di attrarre e interiorizzare culture ed esperienze, e soprattutto di rielaborarle con una speciale intelligenza creatrice.

Il pericolo maggiore per la vita è l’omologazione, sia all’interno, sia nelle reti esterne. Questo spiega la necessità della strategia glocal, che è anche quella adottata dalla natura: un polo si espande se è alimentato in continuazione dalla diversità di fonti locali, attraendone o creandone di continuo di nuove.

GRAZIE

Domenico NICOLETTI

(un cilentano appassionato)

 


 

Pubblicato sulla rivista online:

Le Sociologie

Sociologia generale

28 novembre 2022

http://lesociologie.it/

 

 

Identità evolutive: qualche ulteriore considerazione

di Pasquale Martucci

Il recente Convegno del 26 novembre 2022, organizzato dall’Associazione Progetto Centola e dal Gruppo Lambro/Mingardo/Cultura, dal titolo: “Digressioni in tema di Identità del Cilento”, ha permesso di affrontare una serie di questioni in tema di identità, attuali anche per gli sviluppi di un concetto che è sempre più discusso, sempre più divisivo. Con il nuovo corso politico, ritornano le dicotomie “chiusure” e “aperture”, “identico” e “diverso”, “conservazione” e “evoluzione”.

Se ci si affeziona all’uno o all’altro termine oppositivo, il discorso appare fuorviante: identità, come identico, uguale, è nella logica delle cose; in filosofia è il principio di identità, in cui “A è uguale ad A”; ma “A” non esiste se non in confronto con ciò che è “altro da A”, per trovare le differenze. Del resto, lo stesso processo di formazione dell’individuo, qui è la psicologia che viene in soccorso, consente di porre questioni legate a identificazione (in rapporto alle figure con le stesse caratteristiche), individuazione (sviluppo del processo di differenziazione), imitazione (riproduzione dei modelli di comportamento), interiorizzazione (acquisizione di atteggiamenti, valori, comportamenti, norme). Ora tutto ciò serve per formare l’identità, ma non è possibile senza il confronto con l’altro da sé; e poi, i principi enunciati comportano comunque relazione, scambio, confronto.

Dunque il problema sembrerebbe risolto: l’identità è evolutiva! Non è proprio così, soprattutto se si allarga alla questione: quale identità?

L’identità di cui si è discusso nel Convegno è la cilentanità, un concetto ripreso negli anni novanta per intenderlo come un valore che si fonda sull’appartenenza ad un territorio “fisica, morale, culturale, psicologica”. Per ritrovare quella identità si è realizzato un processo che ha fatto interagire elementi differenti che vedono coinvolti la storia, la vita socio-economica, i comportamenti e la psicologia degli stessi, ed anche le istituzioni, il diritto che va ad inserirsi ed influenzare con i suoi disposti la società. Si può dire che la “cilentanità è un valore collettivo” che a partire dall’isolamento geografico del Cilento, e dunque dall’incapacità di subire profondi condizionamenti esterni, si è definito, attraverso il confronto della comunità con se stessa e con l’ambiente e il territorio, “grazie ad un sistema comune di regole e di pratiche di vita”. Nel sociale, nella comunità, emerge il senso di un’identità forte e coesa.

La questione successiva è ancora più intricata. Dove si trovano le forme più autentiche della “cilentanità”? La risposta più pertinente è che la “cultura materiale” possa racchiudere il senso del valore identitario. Ma la “cultura materiale” è anche rapporto con l’immaterialità, con superstizione e fatalismo. Tutto il percorso identitario non può che fondarsi su: “spirito comunitario, arti e mestieri, feste e riti, lavoro nei campi, dialetto, cucina”. Se si pensa ai “cunti”, i racconti di una certa tradizione popolare cilentana, si scopre il senso reale delle cose che è in confronto con l’immaginazione, l’irreale, il fantastico. Questa asserzione trova nell’immaginario collettivo l’idea di una comunità che vive in sé e utilizza questi elementi per rinsaldare i valori, offrire messaggi a fini educativi: trasmettere il senso del lecito e del proibito nella società.

Nelle ricerche realizzate nel territorio, ho trovato una perfetta coincidenza tra la cilentanità e il concetto tracciato da Ferdinand Tönnies, la cultura tipica delle comunità contadine, che indicò come comunità, differenziandole dalle società. Se le società erano fondate sull’interesse, l’avidità, la brama di profitto e l’ambizione, le comunità erano fedeli a loro stesse nella misura in cui: erano forti i legami di tutti gli elementi che la caratterizzavano; erano entità piccole e riconosciute dai loro membri; erano autosufficienti, capaci cioè di provvedere alle attività e necessità dei membri; erano legate ai luoghi. Il “senso dell’identità cilentana” era cioè riconducibile a: atteggiamenti e abitudini (di vita); adattamento (nel rapporto con l’ambiente); appartenenza e attaccamento (ai luoghi e alle persone); subalternità (al potere); accoglienza e disponibilità (nei confronti dell’ospite).

Queste evidenze erano legate agli studi su un territorio che presentava, fino agli ultimi decenni del novecento, tratti e valori ancora tradizionali, specie nei paesi dell’interno. Il contesto era quello popolare, giacché in questa terra non erano presenti elementi identificativi e rilevanti nelle classi medie e medio-alte, in quelle nobili ed ecclesiastiche.

Dalle osservazioni sul campo, quel mondo popolare consentiva di affermare il termine cilentanità, almeno nelle generazioni meno giovani, quelle poco segnate dall’idea di modernità, e nei luoghi più impervi, dove la “contaminazione” non aveva del tutto “inquinato” il rapporto cultura/tradizioni. In sostanza, dove il processo di modernizzazione non è stato particolarmente rapido, sono emersi sentimenti di identificazione collettiva caratterizzati da modi di vita immediati dove i contatti risultavano essere personali e semplici, dove le dimensioni degli aspetti di vita in comune erano ridotte.

Non tutto è però così lineare. Dal Convegno, sono emerse alcune considerazioni che conducono alla riflessione.

Si è parlato di appartenenza ad un territorio, ma quale territorio?

Molti studiosi hanno individuato nel tempo il Cilento: inizialmente la vetta del Monte Stella; in seguito l’area che va dal Solofrone all’Alento; ancora successivamente dalla zona che va da Paestum a Sapri; infine, con l’istituzione del Parco Nazionale, c’è l’aggiunta del territorio degli Alburni e del Vallo di Diano. È evidente che non può certo considerarsi un territorio omogeneo, data la vastità e soprattutto le specificità. L’individuazione più efficace potrebbe aggregare aree interne e costiere, oppure ambiti fluviali e pianeggianti, oppure riscontri legati alle vie di comunicazione.

Sulla disomogeneità territoriale, credo di aver circoscritto la questione in quanto la ricerca ha riguardato essenzialmente un arco temporale e una cultura comunitaria ben definita. La vita cilentana era simile; difformi semmai le forme di campanilismo, le convenienze, le dispute che si concretizzavano in occasioni particolari. Pensiamo alle Congreghe: c’erano forti litigi per una mancata precedenza, ma le Congreghe come forme identitarie cilentane restano e  svolgono analoghi rituali in tutti i borghi cilentani. In tal senso, queste particolari forme ed espressioni religiose potrebbero costituire un ambito specifico per parlare della costruzione di un’identità evolutiva che tenga in particolar conto il rapporto passato/presente/futuro.

Produco un altro esempio. Alla fine degli anni novanta, con il collega Antonio Di Rienzo, fui coinvolto in uno studio, avente quale finalità la tutela e la valorizzazione del patrimonio socio-culturale, realizzato nell’ambito del Progetto “Beni Culturali CNR”, Università Napoli, Facoltà di Sociologia, e Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. L’intento era di studiare il territorio nei suoi aspetti socio-culturali e nelle forme di aggregazione e di socializzazione che si sviluppavano intorno alle risorse storiche, artistiche ed architettoniche. I risultati proposero di superare una tipologia dei paesi costruita secondo una classificazione che riguardava la dimensione modernità/arretratezza della zona: i paesi della costa, quelli più influenzati dai flussi turistici, e quelli dell’entroterra, che conservavano gli usi e le tradizioni del passato. I primi erano molto più portati a dimenticare la propria identità e ad essere condizionati da eventi esterni, da culture differenti; i paesi dell’interno, al contrario, mantenevano i valori di un tempo e su di essi costruivano i presupposti della loro esistenza, riproducendo e valorizzando comportamenti e tradizioni per non perderli. Si riscontrò che alcuni centri dell’interno, ma anche molti paesi della costa che intendevano migliorare le loro forme di accoglienza, attrezzati e con aperture verso il mercato esterno, riuscivano a determinare una nuova caratteristica: “il consumo della cultura”. Si avvicinano cioè a quei centri che negli ultimi decenni avevano conosciuto flussi turistici e consequenziali benefici economici, anche se con presupposti differenti.

Riscontrammo che le risorse territoriali erano legate alle feste e ai momenti aggregativi (spontanei ed organizzati), riproducenti la cultura popolare, le espressioni religiose, la storia locale, ma anche le forme moderne di vivere la festa, il divertimento. Se tutto ciò era legato alla rivalutazione delle risorse artistico-architettoniche, le chiese e i castelli, le torri e gli scavi archeologici, allora l’intervento di riproposizione di una cultura da valorizzare aveva senso.

Ancora oggi, è proprio intorno ai centri storici, formati da piazze e palazzi baronali, fontane ma anche dimore più umili, quelle di una popolazione che sulla cultura materiale ha costruito la propria esistenza, si sviluppano i momenti ludici e festivi. Ed ecco, allora, che le risorse si fondono e trovano il modo di assemblare tutta la vita del passato: dalla storia all’arte, dalla cultura popolare alle espressioni religiose.

Ultima considerazione è sugli uomini. Identità cioè come persone in azione che partono dal territorio e ne utilizzano le risorse. Le ultime ricerche si stanno indirizzando proprio verso il ruolo dei soggetti territoriali, che non agiscono in termini individualistici ma trovano nella coesione e nell’operare in comune le ragioni per poter parlare di forme identitarie comunitarie, che passino attraverso le risorse culturali disponibili oppure la valorizzazione di prodotti tipici autoctoni. Le azioni sono ancora poco diffuse, ma una certa inversione di tendenza si sta verificando. I soggetti in azione possono relazionarsi ed entrare in contatto con ambiente e territorio, acquisire dagli altri, dai diversi, la complessità della vita, recuperare le risorse territoriali con il supporto di tecnologia e comunicazione. Sono i soggetti relazionali, creativi ed empatici, che potrebbero essere determinanti per recuperare i saperi tradizionali e guardare al futuro.

Le conclusioni non possono che essere affidate ad un’identità come restanza, nel senso di arrestare l’abbandono attraverso iniziative indirizzate alla riscoperta e rivalutazione delle proprie radici, della storia, dell’arte e dell’architettura dei centri storici, senza trascurare il patrimonio immateriale, le voci, i volti e la protezione delle diversità culturali, di cui si parla tanto oggi in termini di valorizzazione e diffusione.

Dal dibattito al Convegno, è emersa qualche volontà di definire l’identità evolutiva e quali iniziative attuare in termini di lavoro e attività progettuali. Ben vengano ulteriori stimoli alla ricerca, con obiettivi precisi e strategie adeguate per sviluppi futuri.

One Response to “Dibattito sull’identità cilentana”

  1. Pasquale Martucci

    Ricevo dal prof. Angelo Perriello il seguente commento

    Colgo la novità dell’intervento dell’ex direttore del Parco. Felice di apprendere del suo interesse. È questo un segnale di riconoscimento del lavoro intrapreso dal nostro presidente Ezio Martuscelli che segna il sentiero. L’occasione è propizia per ribadire che il Parco è partner del programma communitas finalizzato alla internazionalizzazione. Ultimo atto sottoscritto dall’attuale presidente del Parco. Ciò ha il significato di una ulteriore valorizzazione del personale e di un ampliamento degli orizzonti. Il convegno del 26 Nov. apre il discorso non lo chiude. Però. Le imprese cercano sbocchi commerciali, i disoccupati aspirano all’occupazione, gli emigrati ambiscono a rientrare nei borghi di origine. In questo gruppo vi sono tutte le risorse per soluzioni. Auspico un incontro in presenza prima di Natale. Un caro abbraccio a tutti. Angelo Perriello.

    perriello.angelo@tim.it,

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Marzo 29th, 2020

Le paure sociali – Ritualità e distanze sociali

Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

https://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Aprile 15th, 2024

Empatia e relazione di cura: l’ultimo volume di Luigi Leuzzi

Centrale in “Empatia ed empatismo nella relazione di cura” di Luigi Leuzzi è un modo nuovo di intendere la relazione […]

Aprile 11th, 2024

Dire la verità

“I grandi parresiasti nella storia hanno raramente vinto, per lo più hanno perso, ma la loro voce ha attraversato i […]

Aprile 5th, 2024

U munaciello

Nella tradizione popolare, spesso si sentono narrare storie di figure che caratterizzavano la vita delle comunità e la mantenevano coesa. […]

Marzo 29th, 2024

Cultura Immateriale: lo studio della festa di Eredita

In occasione del Convegno: “2024 L’anno delle radici italiane nel mondo tra patrimonio culturale e viaggi del ritorno”, ho svolto […]

Marzo 20th, 2024

Cilento: ipotesi mito-archeologiche

Sabato 23 marzo, alle ore 18:00, si svolgerà a Vallo della Lucania, con il Patrocinio del Comune e del Centro […]

Marzo 14th, 2024

Le radici italiane nel mondo tra patrimonio culturale e viaggi del ritorno

Il prossimo 16 marzo 2024, alle ore 17:00, l’Associazione “Progetto Centola” e il Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura” organizzerà un Convegno/Dibattito online, dal […]

Marzo 10th, 2024

Frammenti d’amore

Cerco di afferrare in: “Schegge. Poesie e frammenti” di Emilio La Greca Romano, alcuni temi ricorrenti che più volte ha […]

Marzo 8th, 2024

Riflessioni sull’8 marzo

Ricevo e pubblico.   8 MARZO   È una festa macchiata di sangue e senza mimose quest’oggi Non posso neanche […]

Marzo 6th, 2024

L’etica dell’intelligenza artificiale

Oggi si parla molto di Intelligenza Artificiale, e ciò è un bene perché significa porsi il problema e individuarne le […]

Marzo 1st, 2024

Unicità

“Il fatto che l’uomo sia capace di azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in […]