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Nel novembre del 1962, a Trento un centinaio di studenti partecipò alla prima lezione universitaria di Sociologia. Da allora questa scienza ha fatto passi da gigante, realizzando ricerche e studi per comprendere le società.

Di seguito, propongo una riflessione sulla nascita e il consolidamento della scienza sociologica.


Devo molto alla sociologia, che credo mi abbia scelto. Mi ha subito interessato ed offerto un approccio critico, indirizzandomi alla ricerca del vivere quotidiano, alle indagini sul campo, in cui il soggetto è un ricercato lui stesso, come ha affermato uno dei più importanti sociologi italiani, Franco Ferrarotti. E su queste indicazioni è poi giunta la volontà di approfondire e connettere: sono convinto che questi termini andrebbero condivisi da tutti coloro che compiono studi sociali. Poi è essenziale allargare gli orizzonti e non fermarsi più, continuare a ricercare, a non accontentarsi dei risultati ma metterli continuamente in discussione.

Questa è la mia idea di sociologia, questo è ciò che penso di una scienza che in Italia non fu da subito intesa tale. Tutto iniziò a Trento sessanta anni fa, dove Bruno Kessler fondò l’Istituto di Scienze Sociali, poi più tardi divenne Facoltà di Sociologia, e dove si svolse quella prima lezione, il 5 novembre 1962. Da allora si sono laureati 12.821 studenti e studentesse e a oggi il Dipartimento conta ben 1.558 iscritti. L’Università ha permesso un forte investimento in ricerca e formazione puntando allo sviluppo e alla coesione sociale.

Sessant’anni fa, l’Istituto aprì le porte ai primi 226 studenti e studentesse, provenienti da diverse regioni italiane, desiderosi di studiare una scienza nuova e ambiziosa. La sociologia divenne disciplina universitaria, occupandosi dello studio della società nel suo complesso per comprendere il tempo in cui viviamo. Oggi sono tanti i cambiamenti che chiedono un adeguato approfondimento, a partire dalle implicazioni del costante invecchiamento della società, alla crisi della democrazia, dei partiti e delle istituzioni, all’importanza degli studi di genere, all’impatto delle tecnologie sull’occupazione e sulle prospettive di lavoro. Si tratta di nuove e inedite prospettive di ricerca per la comprensione dei fenomeni complessi e del loro impatto sulla società.

Quando tutto iniziò, l’Italia sembrava destinata a essere società senza sociologia, perché molti fattori avevano contribuito a tenerla fuori dal circuito universitario. Poi Kessler si assunse il rischio di creare a Trento un corso di laurea che non esisteva. Oggi Sociologia è cresciuta: gli studenti, le studentesse e gli stessi docenti sono i costruttori di una storia che ha uno sguardo aperto e multidisciplinare, che travalica i confini nazionali.

Franco Ferrarotti, che ha sempre inteso proporre una sociologia critica, demistificante e anticonformista, ha rilevato l’importanza di questa esperienza, che ha prodotto alcuni personaggi della storia del nostro Paese, come Rostagno, Bernardi o Braga. Nel 1968 si tenne in Francia il primo congresso mondiale di Sociologia; lì si incontrarono i grandi della sociologia e Trento entrò nella sociologia. Quella Facoltà ha contribuito ad affermare la sociologia in Italia, grazie anche alla formazione avanzata aperta al dialogo interdisciplinare, una funzione mantenuta e che costituisce un elemento ancora caratterizzante il panorama nazionale. Negli anni successivi a quella prima lezione, la presenza di Sociologia avrebbe inaugurato una nuova stagione di cambiamento profondo.

Sembra interessante evidenziare gli inizi della sociologia in Italia, la fase pionieristica.

La tradizione sociologica italiana si può far partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento, quando studiosi positivisti si occuparono dei fenomeni sociali, volgendo la loro attenzione all’arretratezza delle campagne, alla miseria diffusa tra i contadini. Mancò l’impegno teorico, che contrassegnò lo sviluppo della sociologia post-positivistica in altri Paesi. L’unica opera di rilievo fu il Trattato di sociologia generale di Vilfredo Pareto, pubblicato nel 1916. (1)

Agli inizi del Novecento, Benedetto Croce negava la legittimità di una sociologia come scienza empirica, in considerazione che per lui la storiografia era l’unica forma di conoscenza del reale, e che la scienza politica rappresentasse la sola disciplina qualificata a occuparsi di fenomeni sociali, insieme al diritto e all’economia. In quegli anni, Gaetano Mosca scrisse la Teorica dei governi (1884) e poi, più ampiamente, gli Elementi di scienza politica (1896-1923). Raccogliendo nel 1940 una serie di saggi sugli storicisti tedeschi tra Otto e Novecento, uno studioso di orientamento crociano, Carlo Antoni, scrisse un’opera dal titolo: Dallo storicismo alla sociologia, sottolineando come quest’ultima costituisse il punto di arrivo della parabola dello storicismo conseguente alla dissoluzione della filosofia hegeliana della storia. Gli studi di sociologia furono però coltivati da specialisti di altre discipline: filosofi del diritto, demografi, statistici, economisti. La rivista “Nuovi studi di diritto, economia e politica” diretti da Luigi Volpicelli e Ugo Spirito, pubblicò nel 1931-32 la traduzione del saggio weberiano Die protestantische Ethik und der Geist des Kapitalismus; in seguito la Soziologie di Simmel. Lo spazio concesso alla sociologia rimase però, in ogni caso, marginale. Il riferimento fu la Germania che era in una condizione avanzata: tra gli ultimi decenni dell’ottocento e la morte di Max Weber (1920), quel Paese aveva conosciuto un’epoca di grande fioritura. L’attenzione dei sociologi si era rivolta allo sviluppo industriale e alle trasformazioni dei rapporti di classe: fin dal 1887 Ferdinand Tönnies aveva offerto, con la dicotomia tra Gemeinschaft Gesellschaft, una base concettuale per interpretare questi fenomeni. Allo studio empirico della società, la sociologia tedesca affiancava uno sforzo teorico inteso a garantire la propria autonomia nei confronti delle altre discipline: basti pensare ai saggi di Georg Simmel poi raccolti nella Soziologie del 1908 o alla produzione metodologica di Weber. Con la morte di Weber e Simmel, ed in seguito all’avvento del nazismo, tante cose cambiarono. (2)

Dopo la guerra, la sociologia italiana contava, nel mondo universitario, molte ostilità soprattutto da parte dei giuristi, per non parlare dei filosofi idealisti; più aperta era la posizione di demografi e statistici. Se l’università italiana non concedeva spazio alla sociologia e non era in grado di offrire percorsi di formazione sociologica, a questa carenza supplirono alcune istituzioni extra-universitarie, come ad esempio l’Ufficio Studi dell’Olivetti di Ivrea, che favorì le indagini di sociologi americani venuti a studiare la situazione dell’Italia post-bellica, e che accolse parecchi giovani che si avviavano allo studio della sociologia. La seconda fu il Centro di Prevenzione e Difesa sociale di Milano, un’associazione che nel 1954 organizzò un congresso internazionale di studio sulle aree arretrate, al quale presero parte parecchi sociologi stranieri, e che nel decennio successivo s’impegnò nel processo di istituzionalizzazione delle scienze sociali.

Anche nel resto d’Italia cominciarono a sorgere centri di ricerca sociologica, soprattutto presso enti pubblici: da Portici, per iniziativa di un gruppo di economisti agrari facenti capo a Manlio Rossi Doria, a Roma, dove nel ’51 fu fondato l’Istituto Luigi Sturzo, destinato a diventare in seguito il centro di aggregazione dei sociologi di orientamento cattolico. Ad essi si affiancherà ben presto la Svimez, ossia l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. Da questi centri partì l’iniziativa delle prime ricerche sul campo condotte da giovani studiosi, per lo più autodidatti, interessati alla sociologia. Mancava tuttavia una formazione teorica e metodologica: gli italiani non avevano letto i testi classici, né possedevano adeguate conoscenze sui metodi e le tecniche di ricerca.

Nel corso degli anni Cinquanta la situazione si modificò, questa volta ad opera della filosofia. Nell’estate 1951, Nicola Abbagnano fondava a Torino, insieme al suo allievo Franco Ferrarotti, i Quaderni di sociologia, che cominciarono a pubblicare rapporti di ricerca ma anche articoli informativi e riflessioni critiche sulla tradizione sociologica di altri Paesi. Tre anni dopo, fu la sezione bolognese della Società filosofica italiana a promuovere una rivista come Il Mulino. In un convegno sui rapporti tra filosofia e sociologia, Abbagnano rivendicò per la sociologia il carattere di disciplina autonoma. (3)

Il problema era legato alle difficoltà metodologiche delle ricerche sul campo. Se la tradizione sociologica italiana offriva poco, occorreva rivolgersi ad altre fonti, in particolare agli Stati Uniti, dove la sociologia si era saldamente affermata. Furono letti: The Structure of Social Action di Talcott Parsons (1937), i saggi di Robert K. Merton raccolti in Social Theory and Social Structure (1948), i saggi metodologici di Paul Lazarsfeld, ma anche altri autori come G. C. Homans e R. M. MacIver. Il libro di Parsons ebbe un ruolo rilevante per la conoscenza di Durkheim e di Weber, oltre che della sociologia paretiana. Verso la metà degli anni cinquanta l’interesse per la sociologia si stava diffondendo. Nel settembre 1959, si tenne il quarto Congresso Mondiale di Sociologia, con le relazioni di Aron e di Merton; Treves parlò della ripresa della sociologia italiana, ormai non più legata alla fase pionieristica. (4)

Il problema successivo fu il riconoscimento accademico. Esso arrivò solamente nel decennio successivo. Nel 1961 si espletò il primo concorso a cattedre universitarie di sociologia: dei vincitori tutti avevano alle spalle una formazione filosofica. A questo concorso ne seguirono, nello stesso decennio, altri tre, che videro approdare alla cattedra universitaria anche studiosi di diversa formazione, soprattutto economica; alla fine del decennio gli ordinari della disciplina erano ormai una dozzina. Accanto a loro crebbero numerosi gli incarichi d’insegnamento, soprattutto nei corsi di laurea in scienze politiche o in pedagogia. La sociologia entrò nell’università sfruttando occasioni sporadiche e pagando un prezzo elevato: la dispersione degli studiosi di sociologia, il loro isolamento all’interno delle strutture universitarie, l’assenza di centri di ricerca sociologica. (5)

Non mancarono tentativi di costituire sedi che offrissero una formazione più organica, come l’Istituto superiore di Scienze Sociali di Trento (1962) o il progetto di una facoltà di Scienze sociali a Milano. La produzione sociologica migliorò il suo livello qualitativo, grazie a convegni e ricerche: sul progresso tecnologico, sugli squilibri regionali e sui centri di potere, sulla scuola, sull’amministrazione della giustizia, sulla società italiana in trasformazione. A partire dai primi anni sessanta si affermarono riviste quali: Quaderni di sociologia, Rassegna italiana di sociologia, Studi di sociologia. La sociologia cominciò a studiare il processo di trasformazione della società italiana, gli squilibri tra Nord e Sud, la crescita dell’industria, l’esodo dalle campagne e la crescita urbana, i movimenti migratori verso le regioni settentrionali e verso l’estero, il sistema politico, il funzionamento delle istituzioni. (6)

Alessandro Cavalli ha individuato tre generazioni di sociologi nella seconda metà del novecento: la prima generazione pionieristica, che arrivava alla sociologia attraverso altre discipline; la seconda generazione al contrario è stata attenta al varo delle facoltà e dei corsi di laurea in sociologia. La terza generazione, invece, si è formata in misura pressoché esclusiva nei corsi di laurea, espressamente indirizzati alle discipline sociologiche. Lo sviluppo delle facoltà/corsi di laurea ha avuto l’effetto di favorire una tendenza, presente ovunque a livello mondiale, verso la proliferazione delle “sociologie” al plurale. La terza generazione di sociologi del xx secolo è stata la generazione del pluralismo, in quanto si avverte l’insoddisfazione degli approcci mono-disciplinari ogniqualvolta le scienze sociali sono impegnate ad affrontare problemi di policy, quali la fiscalità, l’organizzazione sanitaria, la previdenza e l’assistenza, l’educazione, la gestione del territorio, l’amministrazione della giustizia. Tutti questi aspetti non possono essere affrontati sulla base di saperi presi singolarmente, ed allora le scienze sociali hanno inteso trovare terreni d’incontro, in vista di una migliore integrazione delle conoscenze. (7)

Dopo oltre mezzo secolo di sociologia, dagli anni di formazione (anni Sessanta), di trasformazioni (anni Settanta), di innovazioni tematiche e problematiche (anni Ottanta e Novanta), ci troviamo dunque in una fase definita pluralistica. È la rinascita della sociologia italiana e della sua formazione come scienza, in rapporto con la filosofia e con gli altri saperi, attraverso un processo durante il quale intervengono altri contesti culturali e contributi interpretativi. La sociologia oggi si trova in una fase di ripensamento, problematizzando la sua identità rispetto agli altri saperi e riflettendo su opportunità che possano rilanciarla verso il futuro. (8)

Per concludere, mi pare interessante ed ancora molto attuale la tesi di Franco Ferrarotti che sostiene lo stretto legame con la filosofia, anche se i concetti da trattare devono essere operativi, alimentati dalla ricerca sul campo. La sociologia, inoltre, ha bisogno della storia, della storia dal basso, rifiutando il gergo specialistico, senza incorrere in visioni solo giornalistiche, perché non tocca alla sociologia sostituirsi ai politici e dare alla società piani di riforma ed intervento. È invece di estrema importanza: “prevedere e calcolare le ricadute sociali del progresso tecnico; valutare la compatibilità fra differenti scopi sociali; collegare criticamente scopi desiderabili e risorse attuative disponibili; demistificare il funzionamento delle istituzioni mettendo a confronto la lettera degli statuti con l’effettiva prassi”. E soprattutto, “ascoltare e interpretare le domande della società, anche quelle ancora implicite, espresse indirettamente con fatti di violenza, suicidi, ecc …”. (9)

Dunque una scienza che oggi sembra volgere alla complessità di fenomeni, con ricerche di ampio respiro per valutare gli sviluppi e le contraddizioni della società italiana. Una sociologia da intendere al plurale: le sociologie.


 

Note:

  1. Rossi P., Il ritorno alla sociologia. Un confronto tra sociologia italiana e sociologia tedesca nel dopoguerra, Quaderni di Sociologia 33-2003, pp. 101-120.
  2. Ivi.
  3. Ivi.
  4. Ivi.
  5. Ivi.
  6. Ivi.
  7. Cavalli A., Passaggi generazionali: la sociologia in Italia nella seconda metà del Novecento, Quaderni di sociologia, 85-2021, pp. 27-34.
  8. Cipolla C., a cura di, L’identità sociale della sociologia italiana, FrancoAngeli, 2012.
  9. Ferrarotti F., Quaderni di Sociologia nel 70mo compleanno, Sociologia in pubblico, Quaderni di Sociologia, 85-2021, p. 23-25.

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Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

https://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Aprile 24th, 2024

La filosofia del Paradiso

A proposito del volume di Angelo Paolo Perriello: “Paradiso. Un racconto pedagogico sull’identità”, Edizioni Magna Graecia, 2023 Scrivere di questo […]

Aprile 18th, 2024

Il maestro che dipinge i cieli

A Vatolla, Carlo Di Muoio è l’ultimo fuochista, o almeno uno degli ultimi artigiani che si occupano di realizzare i fuochi […]

Aprile 15th, 2024

Empatia e relazione di cura: l’ultimo volume di Luigi Leuzzi

Centrale in “Empatia ed empatismo nella relazione di cura” di Luigi Leuzzi è un modo nuovo di intendere la relazione […]

Aprile 11th, 2024

Dire la verità

“I grandi parresiasti nella storia hanno raramente vinto, per lo più hanno perso, ma la loro voce ha attraversato i […]

Aprile 5th, 2024

U munaciello

Nella tradizione popolare, spesso si sentono narrare storie di figure che caratterizzavano la vita delle comunità e la mantenevano coesa. […]

Marzo 29th, 2024

Cultura Immateriale: lo studio della festa di Eredita

In occasione del Convegno: “2024 L’anno delle radici italiane nel mondo tra patrimonio culturale e viaggi del ritorno”, ho svolto […]

Marzo 20th, 2024

Cilento: ipotesi mito-archeologiche

Sabato 23 marzo, alle ore 18:00, si svolgerà a Vallo della Lucania, con il Patrocinio del Comune e del Centro […]

Marzo 14th, 2024

Le radici italiane nel mondo tra patrimonio culturale e viaggi del ritorno

Il prossimo 16 marzo 2024, alle ore 17:00, l’Associazione “Progetto Centola” e il Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura” organizzerà un Convegno/Dibattito online, dal […]

Marzo 10th, 2024

Frammenti d’amore

Cerco di afferrare in: “Schegge. Poesie e frammenti” di Emilio La Greca Romano, alcuni temi ricorrenti che più volte ha […]

Marzo 8th, 2024

Riflessioni sull’8 marzo

Ricevo e pubblico.   8 MARZO   È una festa macchiata di sangue e senza mimose quest’oggi Non posso neanche […]