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Qualche tempo fa mi fu proposto (dal prof. Vincenzo Aversano) un titolo suggestivo per un’ipotesi di ricerca: “Lavoro/ozio come contesto di gemmazione musicale e legata al canto della tradizione popolare folkloristica”, verificando al contempo i lavori del musicologo americano Alan Lomax, di cui esistono riscontri spesso solo in inglese.

Elaborai una serie di riflessioni, che ampliate riporto in questo intervento.

Occorre una breve premessa per parlare di musica popolare, delle diverse tradizioni musicali che vanno al di là della musica colta europea e comprendono espressioni legate ai gruppi etnici o sociali: questo tipo di musica è tramandata per tradizione orale ed è legata alle specifiche comunità.

Le differenze tra musica colta e popolare si basa su alcune distinzioni: oralità e scrittura; contesti (luoghi e occasioni); elementi creativi ed esecutivi.

La musica colta, ovvero la storia della musica occidentale, è dotata di notazioni musicali che servono a mettere i suoni su carta. Per quanto riguarda la tradizione popolare non ci sono testi scritti ma brani che vengono poi trasformati dall’esecuzione dell’artista che li tramanda oralmente alle generazioni successive. Non esiste rappresentazione grafica della musica, che è al contrario frutto di memorizzazione orale non sempre semplice o di facile esecuzione.

Il secondo elemento è legato all’occasione e al luogo: una musica è parte integrante di un rito religioso, oppure di un canto di lavoro. È un’azione funzionale che non ha valore in sé ma ha rilevanza per i partecipanti che eseguono un avvenimento o un’attività collettiva.

Per quanto riguarda creazione ed esecuzione, la musica colta è creata dal compositore, poi fissata su carta ed infine eseguita dall’interprete e concessa al pubblico. La musica popolare non ha distinzione di ruoli tra il compositore e l’interprete; i brani sono eseguiti magari dimenticando il primo autore ed ogni musicista li reinterpreta a seconda della libertà di espressione. Così un canto si modifica nel tempo sommando le varianti dei vari cantori.

Detto tutto ciò, è interessante rilevare che l’ambito di ricerca di questo tipo di musica è quello dell’etnomusicologia: lo studioso si avvale dell’ascolto e presta attenzione al suo luogo d’origine. Ad esempio, un occidentale trova difficoltà ad orientarsi tra le intricate strutture ritmiche delle orchestre di percussione dell’Africa centrale.

Questi motivi rendono affascinante il mondo musicale popolare, soprattutto perché apportano una migliore comprensione dei popoli ed approfondiscono la conoscenza di una certa cultura. Per tutte queste ragioni, una ricerca sul campo sarebbe forse interessante per ampliare conoscenze che solo all’apparenza possono essere considerate esaustive.

Le ipotesi potrebbero partire proprio dal contesto, limitando il campo alla cultura popolare italiana della seconda metà del novecento, con l’importanza dei lavori di Annabella Rossi, Roberto De Simone, Luigi M. Lombardi Satriani, A.M. Cirese, A.M. Di Nola (i principali), e tanti altri studiosi di cui è ricca la tradizione popolare. E ciò, partendo dall’evidenza che il momento del non lavoro e del vivere le occasioni festive è quello in cui si esplicitano le occasioni canore e musicali.

Se si vuole indicare la tradizione etnomusicale italiana, riporto i lavori: Guizzi F., Guida alla musica popolare in Italia. Vol. 3: Gli strumenti della musica popolare in Italia, Libreria Musicale Italiana, 2002; Buonasera T., Musica e folklore di Sicilia. Cori di Val d’Anapo. 81 anni di storia, Morrone Editore, 2013; Disoteo M., Ritter B., Tasselli M.S., Musiche, culture, identità, FrancoAngeli, 2001; Plastino G., La musica folk. Storie, protagonisti e documenti del revival in Italia, Il Saggiatore, 2016; Grauer V., Musica dal Profondo. Viaggio all’origine della storia e della cultura, Codice Edizioni, 2015; Grossi G., Antropologie. Trecento e passa canzoni folk, Editore Zona, 2017; Colitti G., Cantare per comunicare, Lavegliacarlone, 2017.

Diego Carpitella e Maurizio Agamennone hanno compiuto studi particolarmente efficaci. Quest’ultimo ha anche rivolto il suo sguardo al Canto delle Confraternite cilentane: Varco le soglie e vedo. Canto e devozioni confraternali nel Cilento antico, con CD Audio, Squilibri, 2019. Carpitella ha rilevato soprattutto la sintonia tra i termini “popolare e contadino”, in cui i canti sono da intendere come poesia cantata e non recitata, e l’identità etnica deve tener conto dell’invenzione di nuovi linguaggi nel legame con le condizioni di vita (contesto). (Bartòk B., Scritti sulla musica popolare, a cura di Carpitella D., Bollati Boringhieri, 2020) Per lui, occorre considerare che il canto popolare è un prodotto unitario: le parole e i suoni sono elementi equivalenti e della medesima importanza; la natura del canto popolare va inteso come valore espressivo; il rapporto tra i canti popolari e i canti d’autore è molto stretto; le interpretazioni musicali e le variazioni canore vanno considerate nel loro insieme; infine, è da evidenziare l’importanza dei canti nella comunità, i rapporti tra i canti e la vita collettiva. Il compositore si appropria del linguaggio dei contadini e lo domina, così come il poeta fa con la lingua. (Ivi, p. 19)

Dunque, la musica popolare è da inserire in un quadro storico più ampio e generale, in cui è di rilievo la manifestazione collettiva con importanti differenze tra musica cittadina e contadina, in cui la seconda si avvale di melodie, di carattere e struttura uguali, diffuse nelle espressioni della sensibilità musicale della classe contadina. (Ivi, pp. 74-76)

Ho citato queste brevi riflessioni di Diego Carpitella, contenute nel libro di Béla Bartòk. Riporto altri riferimenti: Agamennone M., Di Mitri G.L., L’eredità di Diego Carpitella. Etnomusicologia, antropologia e ricerca storica nel Salento e nell’area mediterranea, Atti del Convegno (Galatina, 21-23 giugno 2002), Salento Books, 2003; Giurati G., a cura di, Incontri di etnomusicologia. Seminari e conferenze in ricordo di Diego Carpitella, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2007; Agamennone M., Musica e tradizione orale in Salento. Le registrazioni di Alan Lomax e Diego Carpitella (1954), con 3 CD-Audio, Squilibri, 2017; Orlandi B., Tratti della ricerca antropologica di Diego Carpitella. Un dialogo a più voci, Nuova Cultura, 2010.

Alain Lomax,l’antropologo ed etnomusicologo nato nel 1915 ad Austin (Texas) e morto nel 2002 a Holiday (Florida), una delle personalità più influenti della cultura del XX secolo, tra il 1953 e il 1954 in Italia collaborò proprio con Diego Carpitella, registrando sul campo molti canti popolari soprattutto abruzzesi, ed in particolare: La Partenza del pastore e il lamento funebre dello Scura maje. Della sua permanenza in Italia, si hanno riscontri nel lavoro: L’anno più felice della mia vita. Un viaggio in Italia (1954-55), Il Saggiatore, 2008. In italiano, anche: Mister Jelly Roll. Vita, fortune e disavventure Jelly Roll Morton, creolo di New Orleans, «inventore del jazz», Quodlibet, 2019; La terra del blues. Delta del Mississippi. Viaggio all’origine della musica nera, con CD Audio, Il Saggiatore, 2005.

Lomax attraversò il Paese, dalla Sicilia, alla Calabria e fino al Friuli, e poi di nuovo giù per la penisola fermandosi in Campania.  Il tutto tra vecchie lamentatrici, contadini lavoratori delle vigne, pescatori che cantano mentre si passano la rete di mano in mano, cantori delle miniere di zolfo e suonatori di tamburo calabresi, che fanno partire la tarantella mentre le donne felici danzano. Nel 1954, convinto che l’Italia sarebbe stato il laboratorio ideale per associare contesto e stile della voce, eccolo soffermarsi dinanzi alle immagini di donne dagli sguardi luminosi e bassi con in braccio bambini dalle guance scavate.

Scrisse: “La gente lavora a giornata, quando c’è lavoro: si alza quand’è ancora buio e deve camminare per tre o quattro ore su difficili sentieri di montagna per raggiungere i campi da coltivare”. Non solo canzoni e suoni, ma una vera e propria ricerca sociale, una testimonianza dal vivo.

Per integrare le idee di Lomax, riprendo uno scritto curato da Ronald D. Cohen: “Alan Lomax. Selected writings” 1934–1997, Routledge New York – London, 2003, in inglese, Capitolo 14 – Musica popolare italiana con Diego Carpitella, 1955.

Riporto alcuni passaggi significativi di Lomax che così si è espresso sul modello di canto popolare italiano che all’epoca resisteva al cambiamento più di “qualsiasi altro tratto culturale”.

Scrive l’autore:

«Il cambiamento arriva solo quando altri modelli alterano il carattere etnico di una regione … sconvolgendo la struttura della vecchia società. L’Italia ha il canto popolare più completo e ricco di storia». A questo punto fa l’esempio del triplo oboe portato in Sardegna dai Fenici. Poi si riferisce alla «tarantella, il ballo del sud, e il saltarello, il ballo dell’Italia centrale, sembrano risalire all’epoca classica». Sono queste espressioni legate allo stile più antico ancora molto in uso.

«Dal primo Medio Evo e da periodi molto antichi, tante canzoni sono state recuperate dai cantanti contemporanei. Forse le registrazioni più interessanti tratte dal lavoro sul campo (…) sono quelle del maggio, recuperate nelle montagne a nord di Firenze; queste opere popolari primitive risalgono a prima che l’opera moderna prendesse piede a Firenze, e, quasi certamente, lo spettacolo è rappresentato com’era agli inizi».

Il carattere arcaico della musica rurale italiana è evidenziato dagli strumenti più comuni. Qui parte l’elenco degli stessi: «In ordine: il tamburello, che era lo strumento più popolare dei greci; il flauto di legno o di canna, anch’esso di origine greca; la cornamusa; l’arpa mascellare e a tamburo e frizione (molto probabilmente influenzato dai Mori); la chitarra; il violino; e, di recente, al posto di tutti gli altri, la fisarmonica. Nel secolo scorso, la musica con banda di ottoni è diventata uno standard in quasi tutte le feste italiane».

Le influenze sono state evidenti: «Molti hanno invaso questa bellissima terra fin dai tempi dei romani e ovunque ci sono esempi di canti popolari in cui sono evidenti queste invasioni. Ci sono comunità musicali moresche vicino a Napoli, reliquie dell’invasione dei Mori nell’VIII secolo. In Puglia e in Sicilia si trovano canti folk in dialetto greco bizantino, importati intorno al XIII secolo».

Le tracce degli Spagnoli sono presenti in tutto il sud, ma tante sono state le influenze: «le canzoni dal confine nord-orientale fino alla punta estrema della Calabria, testimonianza di una lenta migrazione popolare da tutto l’Adriatico che è andata avanti per secoli. Infine, in tutte le Alpi italiane, dove le popolazioni sono miste, ci sono anche influenze musicali decisive dai paesi del nord».

Eppure, questi esempi sono successivi e si sono mescolati ad un modello italiano preesistente: «A nord fino alla pianura padana, l’Italia è terra di canti solistici e voci stridenti. Dall’Appennino alle Alpi, canti e balli sono normalmente eseguiti in gruppo; le voci si fondono in una facile armonia. Nella Sardegna centrale, tra un popolo che ha conservato dal Neolitico tracce culturali fino ai tempi moderni, si trova uno stile vocale polifonico che è probabilmente precristiana e potrebbe essere il tipo più antico di polifonia europea».

Ad ogni modo, sia la Spagna, «terra di monodia fino ai Pirenei e, oltre, terra di canti di gruppo e voci aperte», che l’Italia meridionale si ispirano «al Vicino Oriente, e la famiglia dei canti orientali delle parti settentrionali di entrambi i paesi attingono al più vecchio repertorio europeo. Laddove questi schemi si rompono, una causa storica recente si trova quasi sempre, come nel caso del polifonico albanese, che si è insediato nell’Italia meridionale; ma la spiegazione di queste tendenze va cercata nel carattere delle società che sono state dominate fin dall’antichità».

La peculiarità italiana, sostiene Lomax, è riscontrabile fin dal Rinascimento, quando «la musica contadina italiana (…) ha vissuto quasi senza contatto con i grandi flussi di musica d’autore italiana. Ha seguito il suo corso, sconosciuto e trascurato, come un grande fiume sotterraneo. In effetti, questo iato tra arte popolare e belle arti è uno dei tratti distintivi della storia culturale italiana. Per molti secoli fino al periodo risorgimentale c’era poca circolazione nazionale della cultura, e l’Italia è stata divisa in un gran numero di province e regioni, ognuna delle quali ha sviluppato il proprio dialetto e le sue proprie canzoni. Le cause erano varie: una geografia complessa, mancanza di unità politica, la conquista di varie parti d’Italia da parte di stranieri poteri e la precoce fioritura della cultura urbana».

Se le città italiane svilupparono una cultura alta, «le cui radici furono nella civiltà del passato classico (…) i contadini delle colline e dei villaggi furono lasciati alle loro vecchie abitudini: questa divisione tra città e campagna, che tuttora persiste, diede origine anche a una canzone urbana, realizzata da e per la classe artigiana popolare. Sono queste le canzoni artigianali che fino ad ora erano considerati canti popolari italiani».

Lomax chiudeva alla metà del novecento con l’auspicio che il nostro canto popolare così ricco «forse può svolgere un ruolo importante nella crescita di una nuova cultura italiana».

2 Responses to “Il canto popolare folkloristico e la visione di Alain Lomax (appunti ed ipotesi di ricerca)”

  1. Luigi Leuzzi

    Complimenti vivissimi …la musica trascende lo stallo antropologico ed introduce valori di trasformazione ineludibili sebbene li concili sempre con un atavico conservatorismo.
    In altri termini una immanenza densa di accadimenti futuribili.

    • Pasquale Martucci

      La creazione come superamento della conservazione e sguardo al futuro … Ipotesi molto interessante e suggestiva. Sarebbe un filone di ricerca da indagare. Grazie.

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Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

http://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Ottobre 2nd, 2024

Le immagini dell’identità cilentana

Qualche riflessione sulla prima edizione del Premio: “Identità del Cilento”, riservato ai giovani. L’approccio visuale.   Il Premio “L’identità del […]

Settembre 26th, 2024

Vallo della Lucania. Presentazione del libro: “Identità Evolutive”

Sabato 28 settembre 2024, alle ore 18:30 a Vallo della Lucania, sarà presentato il libro scritto da Luigi Leuzzi e […]

Settembre 20th, 2024

Prospettive tra psiche e società

“Psiche, che significa anima, io, viene simboleggiata dalla farfalla, anima sfuggente che ha una vita così breve. È lieve, difficile […]

Settembre 11th, 2024

Festivalfilosofia 2024: “I tanti volti di psiche”

Da venerdì 13 a domenica 15 settembre, a Modena, Carpi e Sassuolo si terrà l’annuale Festivalfilosofia dedicato a “psiche”. Saranno approfonditi […]

Settembre 6th, 2024

Vallo della Lucania: “Il Patrimonio Culturale del Cilento”

Sabato 7 settembre 2024, alle ore 18:00, a Vallo della Lucania sarà presentato il libro, curato da Luciana Gravina ed […]

Settembre 2nd, 2024

L’importanza di narrare

La narrazione come funzione epistemologica permette di elaborare, interpretare, comprendere, evocare. È una comunicazione argomentativa che si occupa dei valori […]

Agosto 26th, 2024

Il Volo dell’Angelo: un Convegno ad Eredita

La Casetta del libro “Eredita legge” e l’Associazione “Ogliastro Futura”, martedì 27 agosto 2024 alle ore 20:45, presenteranno l’evento: “Studio […]

Agosto 19th, 2024

Religio, identità, Genius loci

Il Genius loci di una terra è lo spirito, l’anima, l’atmosfera che si respira, ma anche i colori, gli odori, […]

Agosto 9th, 2024

Patrimonio Culturale Immateriale: un Convegno a Cosentini

A Cosentini di Montecorice (SA), sabato 10 agosto 2024, alle ore 21:00, l’Associazione Euphòria presenta: Vieni cca, facimo nu cunto. […]

Agosto 5th, 2024

Interazioni ed elementi simbolici

Il comportamento sociale dell’uomo si esprime attraverso l’interpretazione dei simboli costitutivi di una società creata dagli individui con le loro interazioni sociali, […]