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Nell’augurare a tutti un FELICE NATALE, propongo una lirica tratta da: “Paese d’anima e memoria” di Emilio La Greca Romano

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Eravamo a bacche di rosa canina,

a raccolta matura,

nei tristi giardini a macchie colori.

Ci trovò morto novembre

a balsamiche odoranze,

a sferici organi carnosi,

a polposi gialli frutti.

Fummo solo ieri soltanto.

E già venuti d’un passo a Natale,

piegano nubi scure sulle case accese.

Bramo farti stare

entro l’aria d’Avvento composta,

addossata a spianato

preparamento cilentano di Natale,

così d’affine costumanza,

nei presepi nostri di terra e di sale,

in quelli dei cuori nei silenzi cullanti,

entro tepore di liturgiche,

allegre cucine operanti festa di sapori.

E allogarti in più piacevoli fastidi

che apporto con ansia mia d’abbracci.

Mai disgiunta, maritata a sobri spazi di festa.

Bramo farti stare.

E bramo, bramo che torni

negli equilibrati pensieri

che hanno carezze,

senza le mancanze delle sere,

il diffuso amore,

le vibranti parole incollate

a fragranze di Vigilia.

Fremo accomodarti

nella distesa marina remota,

nelle sospese narrazioni allegre,

venirti a scovare nell’intimo;

struggo di viaggio

a nostro costume giovanile,

al respiro dei ricordi,

alle nostalgie di frescura d’estate respirante.

Vederti tornare bramo

da storiche borboniche stanze,

da ludici giardini d’acqua,

dalle sudate carte,

con spinta d’amore e mare,

entro il palmo della tua piazza.

E com’ enca da traino m’assuma cuor tuo

e mi lasci abitanza d’affetto.

E pezza di non ritorno

si facciano gli occhi

a corrispondenze d’amore,

nelle costruite luci di venuta,

nell’aria d’incontro, nella retta del paese.

Dovevate restare a resistenze,

amici tutti, testimoni d’un bene,

entro notti in reti di circuizioni,

calate al branco radunato con luce.

A lampare ridiventi piana poesia,

nella variante notte che sospira.

Rivenga credito di vita bella

e sosti al sorriso negli occhi.

Viriamo a pace d’orizzonte,

nel mare di Velia,

ove possiamo rimanere

e nelle altezze dei sorrisi,

troviamoci nudi nel caldo Natale,

assorbiti d’amore in melodiche note,

tornanti in cerchio di bene,

dopo benedette fragranti cucine di sapori,

in larga quiete, nelle sere abitate d’amore.

One Response to ““Nudi nel tepore di Natale””

  1. Donato

    Poesia vibrante di nostalgie lontane personali e locali che ci appartengono come protagonisti in parte del nostro territorio. Intensa e vissuta.

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