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Alcune riflessioni sul volume di Luigi Leuzzi: “Un’anima, un luogo. Contributo antropologico per un processo di individuazione nel Cilento e nel Vallo di Diano” (Centro di Promozione Culturale per il Cilento), che sarà al centro di un dibattito il 4 febbraio 2023 presso la Sede del “Centro Contemporaneo delle Arti del Cilento”, Roccadaspide, nell’ambito dell’iniziativa: “La bottega dell’anima Incontri empatici”, a cura di Menotti Lerro e Luigi Leuzzi.


 

 

Ci siamo inoltrati in sentieri di luce,

itinerari noti in apparenza,

rotti dall’ombra, si sono rilevati radiosi,

immagini e traiettorie della lontananza,

impressioni inconsuete dell’aurora e del crepuscolo,

cifre enigmatiche dell’abbraccio cosmico,

del grembo della madre che stringe,

in un percorso ellittico l’eroe,

così del figlio valoroso ne mette in scena

l’eterno ritorno. (“Un’anima, un luogo”, p. 90)


 

 

Questi pensieri sono indirizzati al lettore da Luigi Leuzzi, per puntualizzare meglio i contenuti di un volume su cui credo valga la pena soffermarsi. Le parole potrebbero essere intese come un’attenzione e una circospezione nell’affrontare un incontro con i luoghi, con le immagini che sono lontane, che sembrano enigmatiche, ma a cui tendere, affidarsi, ritornare per renderle nitide e per scoprire e far scoprire la loro esistenza. Questo è l’uomo/Leuzzi che ragiona intorno all’essenza del Cilento, praticando un approccio con l’anima, sgombra e partecipata, un processo praticato con grande acume per renderlo meglio chiarificato.

Il termine “anima” (dal greco ànemos, “soffio”, “vento”, “respiro”) è la parte vitale e spirituale di un essere vivente, che originariamente era espressione dell’essenza di una personalità, “spirito”; poi viene progressivamente identificata soltanto con la coscienza di un essere umano. Per Aristotele è il principio vitale dell’uomo, l’anima intellettiva, contrapposta all’anima razionale di Platone. Al posto di anima, si fa spesso ricorso anche al termine animo, animus per l’autore che si sofferma sulle evidenti differenze, per riferirsi in modo più circoscritto alla sede degli affetti, sentimenti, facoltà mentali. Jung utilizzava anima e animus per indicare le istanze superiori che governano la psiche maschile e femminile; ma ciò che più interessa è la ricerca che lo studioso di psicanalisi in modo analitico compie dalla storia del singolo alla collettività umana, attraverso il processo di individuazione, di realizzazione del sé personale a confronto con l’inconscio individuale e collettivo.

Su queste basi si indirizza l’intento di Leuzzi, che riferisce di questa modalità di conoscenza, in quanto l’anima è la predisposizione dell’uomo a cogliere i significati più profondi delle cose, quelle comunitarie del Cilento nell’ambito specifico, attraverso un approccio essenzialmente ermeneutico, per predisporsi a comprendere le tracce della storia che si raccontano ma devono essere colte e rese fruibili. Per fare ciò si sofferma con tanti esempi sui significati e i simboli sottesi al passato, accolti e sviscerati attraverso proprio una predisposizione dell’animo, ma anche una grande esperienza e conoscenza della ricerca sul campo in veste di osservatore partecipante.

Qualche altra notazione è sull’anima di un luogo, a cui l’autore si riferisce. Si tratta di ciò che caratterizza quel luogo, una specifica energia psichica: il Genius Loci, che corrispondeva al concetto di dàimon greco, per Socrate lo spirito-guida che assiste l’uomo nelle sue decisioni.

I luoghi hanno un’anima ed è nostro compito scoprirla, come sosteneva James Hillman, che affermava che la stessa idea di “anima” recupera la nozione di una natura animata che assorbe i pensieri e le tradizioni degli uomini che la abitano da millenni. Per anima dei luoghi si intende anche il legame spirituale con le cose che si incontrano perché il luogo siamo noi, e ce lo portiamo dentro magari senza saperlo. Il Genius Loci in realtà era l’essenza spirituale che collegava la dimensione materiale a quella spirituale, rendendo sacro lo spazio che sotto la sua influenza risultava abitato da un soffio divino, un’anima. Le popolazioni antiche avevano a cuore il rispetto dei propri numi tutelari e riempivano di sacralità i luoghi che occupavano, per non esporre la comunità al pericolo. Questa concezione obbligava le persone ad avere cura della terra sulla quale camminavano, ed avendo rispetto del loro spazio vitale potevano operare in maniera attiva al mantenimento della sacralità e dell’armonia nel mondo.

Quello di Leuzzi è un volume che va oltre la lettura lineare. In genere, siamo abituati a scorrere i capitoli che si susseguono per coglierne l’essenza, chiarificata ancora di più da eventuali prefazione e introduzione, per poi chiudere con le conclusioni. Al contrario, qui ci sono rimandi al passato con un approccio che parte dal presente per leggere l’identità di un territorio; inoltre, gli esempi e gli stati d’animo servono per rapportarsi al contesto senza tuttavia trascurare gli approdi delle varie scienze, storia, sociologia, filosofia, per poi consolidarsi in una antropo-archeologia che rende meglio il senso del tutto; infine, c’è la presenza dell’uomo/Leuzzi che agisce, spiega e sorregge le sue argomentazioni con l’interpretazione delle pietre dei luoghi.

Una chiave di lettura al libro potrebbe essere di individuare il concetto di cultura come conoscenza, arte, credenze, e tutte le capacità e abitudini dell’uomo come membro di una società. In tal senso, rileva Chieffallo nella presentazione, ci si sofferma sull’anima e i processi che determinano la specificità di genti che abitano un luogo, l’aggregazione comunitaria. Sono tutte quelle componenti che fanno emergere il soggetto attivo che è portatore della cultura acquisita, per affermare un’identità che è sempre evolutiva.

I processi storico-sociali hanno costruito l’anima di questa terra, con l’alternarsi delle culture che si sono succedute. Esse hanno assorbito e sintetizzato gli elementi della cultura indigena e di quella esterna che si è affacciata nel corso dei millenni. Si tratta di un trait d’union unico che varia di paese in paese ma che accomuna tradizioni, usi, costumi, comportamenti delle genti, l’anima. È evidente che i cambiamenti hanno influenzato anche questa terra vasta, e qualcuno sostiene che con il passar del tempo si perde quella stessa anima.

Ma è così? L’identità è perduta o si può recuperare per farla evolvere?

L’autore fa un lavoro di ricerca epistemologica partendo dalle potenzialità di cui il Cilento dispone. E queste potenzialità possono essere la base per il futuro. Ma occorre quindi conoscere quali siano gli elementi storici-antropologici che hanno costituito nel tempo la stessa identità e le hanno permesso, salvaguardando i valori, di non snaturarsi del tutto.

Leuzzi vuole applicare una lettura simbolica ed ermeneutica per verificare sia il processo di identificazione che di svincolo dal legame atavico, che spesso non permette un passo ulteriore verso la modernità. Il metodo utilizzato è un approccio che si occupa delle evidenze antropologiche con una lettura euristica intesa come cum-partecipazione tra ciò che emerge, esserci, e ciò che è stato, l’archeologia e la storia di un luogo. Associato a ciò c’è anche lo sguardo empatico e il valore etico, di uomini e di luoghi che sono in interconnessione. Lo sguardo è poi di chi ha un’anima emozionale (Hillman) con la compresenza di un mondo mitologico che va letto secondo significati simbolici e antropologici. Tutto questo per dire che la storia ufficiale non è riuscita a dare risposte che vanno invece ricercate nel rapporto interpersonale, e dunque vivo, a contatto non solo con la società e gli uomini che la abitano ma con la storia dei luoghi per rilevare le tracce del passato.

Sviluppando il pensiero, l’autore si riferisce a quei viaggiatori e studiosi che hanno osservato il circostante. Per questo c’è stata la letteratura di viaggio (Cosimo De Giorgi, ad esempio) che ha rilevato le condizioni di vita; oppure, le argomentazioni a partire dall’unità d’Italia di quegli studiosi che hanno compiuto inchieste nel territorio.

In questa fase Leuzzi pare attento a sostenere che le condizioni di arretratezza sono determinanti. Non c’è stato sviluppo perché c’è stata una vocazione alla staticità, all’emarginazione, ad un’appartenenza che è parsa del tutto chiusa in se stessa. È la storia sociale che si è affermata dopo la storia crociana che non è entrata nello specifico delle condizioni. Dall’interno del territorio al contrario si sono indirizzati gli studi di de Martino, che ha osservato il di dentro di un’arretratezza. Qui l’autore sostiene che quel dentro deve essere conosciuto, a partire ad esempio dalla protostoria, e nel suo svolgersi guardare alle innovazioni greche, lucane, romane e dei popoli successivi. In questa evoluzione, c’è stato qualche risveglio in termini di organizzazione dei centri; poi un impoverimento e un consequenziale arroccamento, il processo di destorificazione e di presentificazione, la ricerca di un più solido radicamento. L’assenza del processo di identificazione/affrancamento ha prodotto una chiusura difensiva verso il conservatorismo e la stasi.

I capitoli del libro sono interrelati. Un aspetto interessante è il fenomeno della transumanza, ovvero gli spostamenti degli italici nel territorio, già con riferimento all’antica civiltà del Gaudo o di quella Villanoviana; poi Enotri, Sibariti, Focei, Lucani, che dimostrano molto attivismo e contaminazioni. Leuzzi per la ricostruzione delle sue tesi si avvale dell’archeologia minore che serve a riannodare i legami: le pietre e i sassi che se ben letti, come fa l’autore che se ne occupa dal più di trent’anni, rivelano il luogo delle origini; l’Antéce (per le valenze simboliche) e tutte le statue-menhir di cui si ha presenza nel territorio; la dea Madre, di cui si sofferma in seguito, riservando anche un volume intero intorno al culto della Madre Terra. Poi ci sono tanti esempi nel territorio: il Dio danzante a Vatolla; la tomba del Tuffatore a Paestum; la tomba del Cavaliere Nero (lucana IV sec. a.C.). Sono essi tutti elementi che vengono studiati e poi rilevati per affermare la ricchezza degli antefatti in un territorio che spesso si affida solo alle evidenze che si colgono senza una conoscenza effettiva. Le pietre parlano, e l’autore sa ascoltarle, abbandonando la logica razionalizzante per accettare anche quella emozionale, l’anima e non solo l’animus di ogni individuo. Qui le opere d’arte sono memoria di un passato collettivo e comunitario, e vanno colte se c’è la produzione dei cambiamenti nel nostro intimo per accettare non solo il visivo ma il profondo.

Scrive l’autore: “Percorro questa terra antica del Cilento in un silenzio quasi devoto, ne sento il mito e l’abbraccio materno allo stesso tempo eppure questo sentimento non mi contiene, averto una mancanza, una vertigine di estraniamento. Interrogo le mute presenze del passato e non trovo una risposta, solo immagini che cercano un dialogo: è l’anima del posto che non trova un luogo e con la sua evanescenza chiede alla mia esistenza un corpo da indossare per chiudere, esprimendolo, un conto sospeso, un rancore, un risentimento per il mancato ascolto”. (p. 65)

Ciò accade perché chi sta oggi nel Cilento non legge i suoni, i silenzi, le pietre del territorio. E soprattutto non corrisponde, non alza lo sguardo per ascoltare e parlare il linguaggio abituale dei gesti e dei segni che sembrano essere caduti nell’oblio. A questo punto non può non ritornare, per rendere ancora meglio il suo argomentare, di nuovo agli esempi di arti che parlano e che noi non riusciamo ad intercettare, a comprendere. Molto poetiche le ultime pagine che riconducono alla madre terra, a Gea, che nessuno coglie. Eppure quella presenza la troviamo a Piaggine (Madonna delle Nevi), oppure a Vallo della Lucania (Madonna delle Grazie), o ancora attraverso i riscontri di tante altre Madonne di cui è ricco il territorio; ma poi ci sono anche le luci e le ombre che si presentano nei bassorilievi (Vatolla, Chiesa della Madonna delle Grazie); il bosco sacro della Civitella; il Monte dell’Idolo (Monte Sacro); ancora gli idoli di pietra; la Ninfa Vagante; l’Angelo di Luce (Caselle in Pittari); le Edicole a Piaggine; i vicoli, i portali e tante altre risorse nei vari paesi del Cilento.

Correlazioni tra immagini artistiche e simbolismo sotteso permettono a Luigi Leuzzi di districarsi ed indicare una strada percorribile per una transizione dai valori atavici verso una modernità che “richiede la capacità di aver filtrato e trasceso allo stesso tempo le eredità culturali ed antropologiche del passato”. Tutto ciò si può fare attraverso un processo di riappropriazione gruppale e collettiva che riesca a svelare l’anima smarrita nei secoli, così come il disagio e la sofferenza per il mancato svincolo da un’idea di identità che molti credono del tutto acquisita ma che è al contrario evolutiva.

5 Responses to “L’anima identitaria”

  1. Angelo Paolo

    Un eroico furore, un vortice di percorrenza nell’anima del luogo di cui nessuno ne interpreta il significato etico, ascoltando le pietre, il bosco, i volti degli idoli modificati e adattati dall’uomo superficie. Dove risiede la causa che nega il progresso? È una domanda che non poniamo in quanto è troppo prezioso il patrimonio ento culturale che ci disvela Leuzzi. Grazie Pasquale per averci offerto un inno alla scienza. Angelo Perriello.

  2. Luigi Leuzzi

    Complimenti e grazie per l’approfondimento analitico, unico del Martucci, per la lettura e la comprensione ermenutica sensibile e colta di una ricerca personale che risulta essere attenta alle corrispondenze simboliche ed archetipiche di una identità che correrebbe altrimenti il rischio di smarrirsi nell’oblio e nella dimenticanza e pertanto diviene interpersonale nonostante secoli di adombramento e di misconoscimento delle ragioni più autentiche che ci consentano di attestare che essere Cilentani significa aderire ad un inconscio collettivo che attende di essere decodificato nel dialogo intrapreso da ciascuno di noi nella corrispondenza tra un’anima individuale e l’anima mundi di queste antiche terre in cui il genius loci o daimon ha tante potenzialità etiche e valoriali da riattualizzare in un processo di trasformazione e di trascendenza verso un futuro possibile per un patrimonio etno-culturale unico che risulta essere ancora attuale e fruibile. Non si potrà prescindere ovviamente da un coinvolgimento empatico di ognuno di noi in queste traiettorie di senso e di riappropriazione identitaria.

  3. angelo perriello

    Ho letto. Toccante il resoconto. È un inno alla gioia. Ha descritto con un fascio di luce il ricco e prezioso patrimonio artistico ed etno-culturale della nostra comunità che con sincerità e onestà intellettuale e scientifica ci hai donato. Sorge ora un problema perché l’isola e il non luogo si espandano. La rappresentanza. Il metodo comunicativo che consenta la fruizione conoscitiva dei nostri beni pubblici e comuni. Perciò l’incontro e il gruppo di interesse municipale costitutivo di cittadini che difendano e promuovano i loro tesori, la memoria dei loro padri, il culto dei Lari. Grazie semplicemente.
    Angelo Perriello

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Marzo 29th, 2020

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Ritualità e distanze sociali   In un periodo di crisi per la pandemia da coronavirus vengono modificate le forme rituali […]

Marzo 28th, 2020

XXIV Edizione Concorso di Poesia

XXIV Edizione Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli” dedicato a Orlando Carratù con Borse di studio […]

Marzo 20th, 2020

Fenomeni criminali – La ‘ndrangheta

Il mito dell’invisibilità di Pasquale Martucci   Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per […]

Marzo 10th, 2020

Le paure sociali – Complessità e coronavirus

Complessità e coronavirus La lezione di Miguel Benasayag di Pasquale Martucci   Non mi ero ancora occupato di coronavirus per […]

Marzo 6th, 2020

Antichi rituali – La rinascita

Il tempo quaresimale di Pasquale Martucci   Nella cultura popolare il bisogno del sacro è essenziale, in quanto l’uomo avverte […]

Febbraio 28th, 2020

La storia come un romanzo

Ancora alcune riflessioni sull’opera di Antonio Scurati: “M. Il figlio del secolo”, Bompiani 2018.   La storia come un romanzo […]

Febbraio 25th, 2020

Concorsi di poesia e narrativa – “Centro Culturale Studi Storici”

 

Febbraio 19th, 2020

Riti&tradizioni – Carnevale

La tradizione delle maschere   Di seguito, riporto alcuni brani tratti dai riti e alle tradizioni cilentane carnevalesche. Si tratta […]

Febbraio 6th, 2020

Tendenze sociologiche – Luca Ricolfi

La società del Giovin Signore   Giovin Signore, o a te scenda per lungo Di magnanimi lombi ordine il sangue […]

Gennaio 28th, 2020

Pagine di storia – I Bulgari nel Basso Cilento

I Bulgari nel Basso Cilento   L’area della valle del Mingardo è stata interessata, dopo il crollo dell’impero romano, dalla […]

Gennaio 23rd, 2020

Tendenze epistemologiche – Jürgen Habermas

Dopo dieci anni di lavoro, a 90 anni compiuti, il teorico dell’agire comunicativo, dei paradigmi di mondi vitali e sistemi, […]

Gennaio 16th, 2020

Riti&tradizioni – Sant’Antonio Abate

La festa del fuoco   “Il rumore serve a spaventare e allontanare le potenze maligne, il fuoco a illuminare il […]

Gennaio 7th, 2020

Riti&tradizioni – La festa del maiale

Il destino del porco di Pasquale Martucci   A gennaio, quando è ormai ben grasso, l’animale è prelevato con l’inganno […]

Dicembre 24th, 2019

Un anno da non dimenticare

https://www.ricocrea.it di Pasquale Martucci Un anno da non dimenticare e l’auspicio di un Buon 2020   Un anno fa, nel […]

Dicembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – I rituali natalizi del Cilento

Antonio Di Rienzo, ricercatore di cultura storica e tradizione popolare cilentana, alla fine del 1987, su “Il Mezzogiorno Culturale” (A. […]

Dicembre 15th, 2019

Pagine di storia – Salerno longobarda

Salerno longobarda di Pasquale Martucci   Nell’anno 849, millecentosettanta anni fa, Salerno divenne uno dei due principati longobardi del sud; […]

Dicembre 10th, 2019

Pagine di storia – Il castello di Rocca

Il castello di Rocca   Le prime notizie su Rocca Cilento (da rocca, roccia, fortezza su un monte; XI secolo: […]

Dicembre 7th, 2019

Storia&tradizioni – La festa dell’Immacolata

La festa dell’Immacolata Le regioni italiane si preparano al Natale con tradizioni sacre, festeggiamenti antichi e piatti tipici di Nisia […]

Dicembre 2nd, 2019

La partecipazione e l’agorà

Un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati dalla lotta ai populismi, sfidano con partecipazione civile e […]

Novembre 23rd, 2019

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie

Le vie di fuga dalle chiusure identitarie di Pasquale Martucci   “Siamo pieni di vie di uscita. Forse sono proprio […]

Novembre 18th, 2019

Storia&tradizioni – L’olio d’oliva

L’OLIO D’OLIVA: UNA COSTANTE NEI SECOLI La molitura delle olive tra significati e tradizioni del presente e del passato di […]

Novembre 16th, 2019

Memorie dal territorio – Dopo la ruralità

La quietanza meridionale. I paesi dell’osso dopo la ruralità

Novembre 11th, 2019

Storia&tradizioni – San Martino

“A San Martino se fano i zeppule e se prova u’ vino” Tradizioni culinarie cilentane nell’estate di San Martino   […]

Novembre 10th, 2019

Muri da abbattere

Trent’anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino, anche se ancora oggi sono tanti i muri simbolici e fisici che […]

Ottobre 31st, 2019

Natuzza Evolo / tra vita e aldilà

Dieci anni fa si spegneva Natuzza Evolo, una donna che ha rappresentato, nella cultura popolare religiosa, un forte legame tra […]

Ottobre 28th, 2019

Territorio&Cultura – la poesia

Concorsi di poesia di Gaeta (LT) e di Auletta (SA)

Ottobre 20th, 2019

Memorie dal territorio – Fiore!

Ricevo e pubblico due brani di Antonio Pellegrino. Nella foto c’è Gerry il pastore, chiamato anche Fiore.   Fiore! Sempi […]

Ottobre 7th, 2019

Memorie dal territorio – E’ cangiata l’aria

Con questo intervento, una riflessione sul cambiamento dei tempi, inizia la collaborazione di Antonio Pellegrino (laurea in Sociologia), attuale Presidente […]

Ottobre 6th, 2019

Idee & parole – Ernesto de Martino

Il mondo magico di Ernesto de Martino di Pasquale Martucci “Presenza, esserci nel mondo, esserci nella storia sono espressioni equivalenti […]

Settembre 25th, 2019

Idee & parole – I saperi di Dionigi

Nella criticità della vita di oggi, occorre che l’individuo ripensi un “nuovo umanesimo” che tenga conto della storia e della […]

Settembre 20th, 2019

Storia&tradizioni – Il giorno delle antiche nozze

Ricevo e pubblico l’articolo di Nisia Orsola La Greca Romano sul rito nuziale   Da sempre le nozze rappresentano un […]

Settembre 15th, 2019

Idee & parole – Socrate

Nella nostra società si avverte il bisogno di tornare a valorizzare le molteplici forme del dialogo, così come indicato da […]

Agosto 25th, 2019

Le storie – Jerry Essan Masslo

A trent’anni dall’omicidio di JERRY MASSLO ancora non abbiamo compreso che … “Ciascuno di noi è straniero di un altro” […]

Agosto 15th, 2019

Idee & parole – Giovambattista Vico

Vatolla, Vico e la cipolla di Pasquale Martucci Vatolla è situata su una collinetta che domina il paesaggio sottostante e […]

Agosto 8th, 2019

Idee & parole – Fabrizio De André

“Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”   L’espressione è tratta da: “Storia di un impiegato”, un […]

Agosto 4th, 2019

Bibbiano, dove sta il bene dei bimbi

LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI DELL’INFANZIA È stata scritta una lettera/appello da Mauro Mariotti e Paolo Siani. Aderisco pubblicando il documento, […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La festa del Santo Patrono

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla festa del Santo Patrono nella tradizione culinaria del […]

Luglio 31st, 2019

Storia e tradizione culinaria – La cucina dei marinai

Ricevo e pubblico il lavoro di Nisia Orsola La Greca Romano, sulla tradizione culinaria dei marinai   AVE MARIS STELLA […]

Luglio 30th, 2019

Vallo della Lucania – Il rito di San Pantaleo

Il rito di San Pantaleo di Pasquale Martucci   San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio […]

Luglio 24th, 2019

Idee & parole – Antonio Gramsci

Il concetto di egemonia culturale e la questione meridionale di Pasquale Martucci   Cent’anni fa, il 1 maggio 1919, iniziò […]

Luglio 14th, 2019

Cosmo Guazzo: una vita al servizio del territorio

Presso la Pro-Loco di San Martino Cilento, sabato 13 luglio 2019, per riflettere sui lavori di Cosmo Guazzo si è […]

Giugno 26th, 2019

Epistemologia della soggettivazione

Il soggetto/attore, i diritti universali e la società ipermoderna nel pensiero di Alain Touraine di Pasquale Martucci   Assistere ad […]

Giugno 9th, 2019

Un antico rituale: la festa del pane

La festa del pane di Pasquale Martucci     La panificazione è stato sempre un momento molto importante nella tradizione […]

Maggio 19th, 2019

Contro l’indifferenza, per la conoscenza

Intolleranza, divieti, tentativi di limitazione delle libere espressioni di idee: una sorta di società ad una dimensione, quella prevalente. Tutto […]

Maggio 17th, 2019

In memoria di Domenico Chieffallo

Per ricordare lo storico e meridionalista cilentano, produciamo alcune considerazioni e un articolo del 1995 di Domenico Chieffallo.   Note […]

Maggio 5th, 2019

Grave perdita per la cultura cilentana

Riceviamo e pubblichiamo un commento / ricordo sulla scomparsa dell’amico Amedeo La Greca, da parte del prof. Emilio La Greca […]

Maggio 5th, 2019

Riti e tradizione non solo culinaria del Cilento

Ho con  grande interesse letto gli scritti di NISIA ORSOLA LA GRECA ROMANO sulla tradizione culinaria del Cilento, e non […]

Maggio 5th, 2019

Comunità e cultura popolare, linguaggio, cilentanità

Dopo aver realizzato molti studi sul territorio, a partire da questo intervento analizzo gli elementi che ne costituiscono i tratti […]

Aprile 15th, 2019

Simboli e Rituali – Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti”

Il Cilento Antico e “Il canto dei cumpràti” di Pasquale Martucci   I rituali rappresentano “una connessione tra passato, presente […]

Marzo 11th, 2019

DINO BETTI

Un uomo che ha attraversato, vissuto e trasmesso il suo tempo di Anna Avagliano e Pasquale Martucci   Dino Betti […]

Febbraio 21st, 2019

Verso un modello postindustriale. La proposta del sociologo Domenico De Masi.

I limiti delle società attuali e le possibilità del “migliore dei mondi esistiti finora”. Occorrerebbe costruire un modello ideale di […]

Febbraio 13th, 2019

Ricerca Bibliografica sul Cilento

Progetto: “BENI CULTURALI CNR” Anni 1998-2000 C.P.S. Ricerche S.r.l. / Università di NAPOLI – Facoltà di Sociologia   Tra il […]

Febbraio 7th, 2019

LA SCELTA DI RICOCREA

LA SCELTA DI RICOCREA Ricerca, costruzione, creazione, queste sono le parole chiave del sito che ho da qualche mese realizzato: […]

Febbraio 1st, 2019

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La visione del sociologo Aldo Musacchio

La visione di Aldo Musacchio: i fondamenti di una cultura per lo sviluppo del territorio di Pasquale Martucci   Per […]

Dicembre 25th, 2018

Festa al Castello: cultura e memoria – dicembre 2018

TEGGIANO Festa al Castello: cultura e memoria di Pasquale Martucci   La Corte in Festa – Natale al Castello, Teggiano […]

Aprile 18th, 2024

Il maestro che dipinge i cieli

A Vatolla, Carlo Di Muoio è l’ultimo fuochista, o almeno uno degli ultimi artigiani che si occupano di realizzare i fuochi […]

Aprile 15th, 2024

Empatia e relazione di cura: l’ultimo volume di Luigi Leuzzi

Centrale in “Empatia ed empatismo nella relazione di cura” di Luigi Leuzzi è un modo nuovo di intendere la relazione […]

Aprile 11th, 2024

Dire la verità

“I grandi parresiasti nella storia hanno raramente vinto, per lo più hanno perso, ma la loro voce ha attraversato i […]

Aprile 5th, 2024

U munaciello

Nella tradizione popolare, spesso si sentono narrare storie di figure che caratterizzavano la vita delle comunità e la mantenevano coesa. […]

Marzo 29th, 2024

Cultura Immateriale: lo studio della festa di Eredita

In occasione del Convegno: “2024 L’anno delle radici italiane nel mondo tra patrimonio culturale e viaggi del ritorno”, ho svolto […]

Marzo 20th, 2024

Cilento: ipotesi mito-archeologiche

Sabato 23 marzo, alle ore 18:00, si svolgerà a Vallo della Lucania, con il Patrocinio del Comune e del Centro […]

Marzo 14th, 2024

Le radici italiane nel mondo tra patrimonio culturale e viaggi del ritorno

Il prossimo 16 marzo 2024, alle ore 17:00, l’Associazione “Progetto Centola” e il Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura” organizzerà un Convegno/Dibattito online, dal […]

Marzo 10th, 2024

Frammenti d’amore

Cerco di afferrare in: “Schegge. Poesie e frammenti” di Emilio La Greca Romano, alcuni temi ricorrenti che più volte ha […]

Marzo 8th, 2024

Riflessioni sull’8 marzo

Ricevo e pubblico.   8 MARZO   È una festa macchiata di sangue e senza mimose quest’oggi Non posso neanche […]

Marzo 6th, 2024

L’etica dell’intelligenza artificiale

Oggi si parla molto di Intelligenza Artificiale, e ciò è un bene perché significa porsi il problema e individuarne le […]